La spesa pubblica e le entrate dello Stato

Nell' Ottocento, quando nei Paesi più avanzati economicamente dominava la dottrina liberale che sosteneva un'economia di libero mercato, lo Stato si limitava a garantire il rispetto delle leggi, l'ordine pubblico e la difesa dei confini e le spese che esso doveva sostenere erano limitate.

Nel XX secolo ci fu un vero e proprio decollo industriale con la conseguente necessità di costruire nuove infrastrutture, strade, porti, ferrovie e soprattutto una diffusione di dottrine economiche che affermavano la necessità di un progressivo allargamento dell'intervento dello Stato allo scopo di favorire un equo sviluppo sociale ed economico del Paese (Concetto di STATO SOCIALE cioè uno stato assistenziale).

Uno dei più grandi economisti del periodo John Maynard KEYNES (1883-1946) propose la necessità di aumentare gli INVESTIMENTI da parte dello Stato per i lavori pubblici con lo scopo di sostenere lo sviluppo economico e l'occupazione. Per attuare ciò egli ritenne giusto anche un forte aumento delle spese dello Stato che, effettivamente, dopo la fine della seconda guerra mondiale, sono aumentate vertiginosamente anche come conseguenza di una politica di tipo assistenziale (cure gratuite a tutti, sicurezza suol posto di lavoro, interventi a favore degli anziani e dei più deboli.


Le spese sostenute dallo Stato si dividono in:

1) SPESE CORRENTI: sono le spese sostenute per il regolare funzionamento di tutta la pubblica amministrazione per produrre i servizi pubblici. Le spese correnti comprendono:

a) retribuzioni ai dipendenti pubblici

b) pensioni, sussidi di disoccupazione, assegni familiari, cassa integrazione

c) acquisti di beni e servizi

4) spese per interessi passivi ai sottoscrittori di TITOLI PUBBLICI


2) SPESE DI INVESTIMENTO comprendono.

1) spese per la costruzione di opere pubbliche (strade, ponti, dighe, ospedali, scuole)

2) contributi a settori in crisi.


A tali spese lo Stato fa fronte con le ENTRATE che sono rappresentate principalmente dai TRIBUTI pagati dai cittadini. I cittadini infatti sono obbligati a pagare i tributi secondo quanto è scritto nell'art. 53 della Costituzione: "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".


Da questo si è costruito un sistema tributario cioè un insieme di tributi e norme che ne regolano l'applicazione.


I tributi si dividono in : IMPOSTE, TASSE E CONTRIBUTI


IMPOSTE:

sono un prelievo obbligatorio a cui sono sottoposti tutti i cittadini finalizzato alla copertura delle spese sostenute dallo Stato per produrre i servizi pubblici.

Le imposte si dividono in

1) IMPOSTE DIRETTE: colpiscono il reddito conseguito; sono:

IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche)

IRES (Imposta sul Reddito delle Società)

IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive)

2) IMPOSTE INDIRETTE colpisono indirettamente la capacità contributiva del soggetto e si applicano sul valore dei consumi come l'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) o sul valore dei trasferimenti (imposta di registro) o sul patrimonio immobiliare (IMU Imposta Municipale Unica che sostituisce l'ICI Imposta Comunale sugli Immobili)


TASSE

rappresentano il corrispettivo che pagano i cittadini per usufruire di un servizio pubblico su specifica richiesta degli stessi. Per esempio tasse scolastiche, bolli, tassa di circolazione, tasa per il passo carrabile ecc.)

CONTRIBUTI

sono prelievi obbligatori che fa lo Stato ad alcuni soggetti che potranno usufruire di specifici benefici per esempio i contributi sociali per la sicurezza e la prevenzione sociale da versare all'INPS (che provvede all'assistenza sanitaria e al pagamento delle pensioni di invalidità e di vecchiaia) e all'INAIL (per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Questi contributi sono in parte prelevati direttamente dai redditi dei lavoratori dipendenti e in parte sono a carico del datore di lavoro.


Lo Stato può far conto anche su entrate EXTRATRIBUTARIE derivanti dai beni di sua proprietà (rendite, affitti, diritti di concessione); dalla vendita di beni e servizi pubblici; da proventi per sanzioni pecuniarie (multe, ammende);dalla vendita di beni ed aziende di sua proprietà (privatizzazione)


I dati relativi alle spese e alle entrate dello Stato sono evidenziati nel BILANCIO DELLO STATO che comprende 3 TIPI DI BILANCIO

un bilancio annuale di previsione: documento contabile ufficiale che evidenzia le entrate e le spese che lo Stato si propone di operare nel corso dell'anno successivo. Questo documento viene elaborato dal Governo e presentato al Parlamento che lo deve approvare entro il 31 dicembre

un bilancio pluriennale di previsione: documento di programmazione dell'impiego delle risorse pubbliche per il triennio successivo.

Un bilancio consuntivo o rendiconto: è la verifica a fine anno delle entrate e delle spese effettivamente realizzate.


Il saldi del bilancio cioè la differenza tra entrate e spese previste può essere:
positivo (si parla allora di avanzo di bilancio) se le entrate superano le spese

negativo (disavanzo di bilancio) se le spese superano le entrate

nullo (pareggio di bilancio) se le entrate eguagliano le spese


Il forte aumento della spesa pubblica verificatosi nel secondo dopoguerra ha provocato un disavanzo crescente nei bilanci annuali


RIEPILOGO delle principali spese ed entrate dello Stato

spese

entrate

a) spese correnti

retribuzione

pensioni

cassa integrazione

sussidi di disoccupazione.

Acquisti di beni e servizi

interessi passivi sui titoli pubblici

b) spese di investimento

costruzioni di opere pubbliche

contributi a settori in crisi

a) entrate tributarie

imposte

tasse

contributi

b) entrate extratributarie

rendite da beni del demanio

proventi da sanzioni pecuniarie

vendite di beni e servizi pubblici

vendita di beni e aziende dello Stato (privatizzazioni)

Totale spese

(+avanzo)

Totale a pareggio

Totale entrate

(+disavanzo)

Totale a pareggio

 

Il finanziamento del disavanzo: i titoli pubblici

In che modo il Tesoro (ufficio che si occupa della gestione di pagamenti e riscossioni originati dal bilancio) effettua i suoi pagamenti quando le entrate sono inferiori alle uscite e quindi insufficienti a coprire le spese? Cioè in modo lo stato riesce a far fronte al disavanzo presente ogni anno nel suo bilancio.

Il Tesoro prende in prestito dalla collettività. Si fa prestare i soldi dai privati cittadini, dalle imprese e altri investitori ai quali lo stato offre in vendita diversi tipi di titoli di credito (titoli pubblici).

I titoli pubblici sono:

BOT (Buoni Ordinari del tesoro) sono emessi dallo Stato per colmare esigenze di mezzi finanziari a breve termine. Hanno infatti una scadenza di 3, 6 o 12 mesi; il valore nominale minimo da investire è 1000 euro;

BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): la scadenza varia da 3 a 30 anni e maturano ogni sei mesi interessi a tasso fisso che vengono pagati mediante lo stacco di cedole.

CCT (Certificati di Credito del Tesoro): hanno scadenza a medio-lungo termine e un rendimento variabile, rappresentano da interessi che maturano periodicamente (ogni sei mesi o una volta l'anno).

Il risparmiatore che decide di investire il suo denaro nell'acquisto di titoli pubblici può farlo rivolgendosi a una banca, che fa da intermediaria nelle operazioni di acquisto e vendita e trasmette l'ordine alla borsa valori, mercato dove vengono negoziati sia i titoli pubblici sia quelli privati (azioni e obbligazioni) emessi dalle s.p.a.

Si definisce debito pubblico la somma di tutte le forme di indebitamento alle quali lo stato ha fatto ricorso per coprire i disavanzi annuali.

Il rapporto fra debito pubblico e PIL è una misura spesso usata per valutare lo stato di salute dei conti pubblici. Tale rapporto negli ultimi anni è stato tenuto particolarmente sotto controllo perché, per o Paesi aderenti all'Unione monetaria (area dell'euro), spesso dovrebbe rientrare nei limiti del 60%.

 

 

DOMANDE E RISPOSTE

 


Come si dividono le spese sostenute dello Stato?

 

Le spese sostenute dallo Stato si dividono in:

1) SPESE CORRENTI: sono le spese sostenute per il regolare funzionamento di tutta la pubblica amministrazione per produrre i servizi pubblici. Le spese correnti comprendono:

a) retribuzioni ai dipendenti pubblici

b) pensioni, sussidi di disoccupazione, assegni familiari, cassa integrazione

c) acquisti di beni e servizi

4) spese per interessi passivi ai sottoscrittori di TITOLI PUBBLICI


2) SPESE DI INVESTIMENTO comprendono.

1) spese per la costruzione di opere pubbliche (strade, ponti, dighe, ospedali, scuole)

2) contributi a settori in crisi.

 

Quali sono le principali entrate dello Stato?

Per far fronte alle spese lo Stato chiede ai cittadini il loro contributo. Quindi le ENTRATE dello stato sono rappresentate principalmente dai TRIBUTI pagati dai cittadini. I cittadini infatti sono obbligati a pagare i tributi secondo quanto è scritto nell'art. 53 della Costituzione: "tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".


Da questo si è costruito un sistema tributario cioè un insieme di tributi e norme che ne regolano l'applicazione.


I tributi si dividono in : IMPOSTE, TASSE E CONTRIBUTI

IMPOSTE:

sono un prelievo obbligatorio a cui sono sottoposti tutti i cittadini finalizzato alla copertura delle spese sostenute dallo Stato per produrre i servizi pubblici.

Le imposte si dividono in

1) IMPOSTE DIRETTE: colpiscono il reddito conseguito; sono:

IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche)

IRES (Imposta sul Reddito delle Società)

IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive)

2) IMPOSTE INDIRETTE colpisono indirettamente la capacità contributiva del soggetto e si applicano sul valore dei consumi come l'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) o sul valore dei trasferimenti (imposta di registro) o sul patrimonio immobiliare (IMU Imposta Municipale Unica che sostituisce l'ICI Imposta Comunale sugli Immobili)


TASSE

rappresentano il corrispettivo che pagano i cittadini per usufruire di un servizio pubblico su specifica richiesta degli stessi. Per esempio tasse scolastiche, bolli, tassa di circolazione, tasa per il passo carrabile ecc.)

 

CONTRIBUTI

sono prelievi obbligatori che fa lo Stato ad alcuni soggetti che potranno usufruire di specifici benefici per esempio i contributi sociali per la sicurezza e la prevenzione sociale da versare all'INPS (che provvede all'assistenza sanitaria e al pagamento delle pensioni di invalidità e di vecchiaia) e all'INAIL (per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro). Questi contributi sono in parte prelevati direttamente dai redditi dei lavoratori dipendenti e in parte sono a carico del datore di lavoro.


Lo Stato può far conto anche su entrate EXTRATRIBUTARIE derivanti dai beni di sua proprietà (rendite, affitti, diritti di concessione); dalla vendita di beni e servizi pubblici; da proventi per sanzioni pecuniarie (multe, ammende);dalla vendita di beni ed aziende di sua proprietà (privatizzazione)


Qual è la differenza tra imposte dirette e indirette?

1) IMPOSTE DIRETTE: colpiscono il reddito conseguito; sono:

IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche)

IRES (Imposta sul Reddito delle Società)

IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive)

 

2) IMPOSTE INDIRETTE colpiscono indirettamente la capacità contributiva del soggetto e si applicano sul valore dei consumi come l'IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) o sul valore dei trasferimenti (imposta di registro) o sul patrimonio immobiliare


 

Come viene finanziato il disavanzo o deficit?Il finanziamento del disavanzo avviene attraverso la vendita di titoli pubblici

In che modo il Tesoro (ufficio che si occupa della gestione di pagamenti e riscossioni originati dal bilancio) effettua i suoi pagamenti quando le entrate sono inferiori alle uscite e quindi insufficienti a coprire le spese? Cioè in modo lo stato riesce a far fronte al disavanzo presente ogni anno nel suo bilancio.

Il Tesoro prende in prestito dalla collettività. Si fa prestare i soldi dai privati cittadini, dalle imprese e altri investitori ai quali lo stato offre in vendita diversi tipi di titoli di credito (titoli pubblici).


Quali sono i titoli pubblici?

I titoli pubblici sono:

BOT (Buoni Ordinari del tesoro) sono emessi dallo Stato per colmare esigenze di mezzi finanziari a breve termine. Hanno infatti una scadenza di 3, 6 o 12 mesi; il valore nominale minimo da investire è 1000 euro;

BTP (Buoni del Tesoro Poliennali): la scadenza varia da 3 a 30 anni e maturano ogni sei mesi interessi a tasso fisso che vengono pagati mediante lo stacco di cedole.

CCT (Certificati di Credito del Tesoro): hanno scadenza a medio-lungo termine e un rendimento variabile, rappresentano da interessi che maturano periodicamente (ogni sei mesi o una volta l'anno).


Il risparmiatore che decide di investire il suo denaro nell'acquisto di titoli pubblici può farlo rivolgendosi a una banca, che fa da intermediaria nelle operazioni di acquisto e vendita e trasmette l'ordine alla borsa valori, mercato dove vengono negoziati sia i titoli pubblici sia quelli privati (azioni e obbligazioni) emessi dalle s.p.a.

Si definisce debito pubblico la somma di tutte le forme di indebitamento alle quali lo stato ha fatto ricorso per coprire i disavanzi annuali.

 

Il rapporto fra debito pubblico e PIL è una misura spesso usata per valutare lo stato di salute dei conti pubblici. Tale rapporto negli ultimi anni è stato tenuto particolarmente sotto controllo perché, per o Paesi aderenti all'Unione monetaria (area dell'euro), spesso dovrebbe rientrare nei limiti del 60%.

 

Che cosa sono le entrate extratributarie?

Lo Stato può far conto anche su entrate EXTRATRIBUTARIE derivanti dai beni di sua proprietà (rendite, affitti, diritti di concessione); dalla vendita di beni e servizi pubblici; da proventi per sanzioni pecuniarie (multe, ammende);dalla vendita di beni ed aziende di sua proprietà (privatizzazione)

 

Cosa si intende con l'espressione "bilancio in pareggio"?

 Nell'ambito della contabilità di Stato, il pareggio di bilancio comporta che l'ammontare delle spese pubbliche sostenute dallo Stato e dagli altri enti pubblici sia uguale alle entrate: lo Stato, in tal modo, evita di ricorrere all'indebitamento, ossia al deficit di bilancio pubblico. L'ammontare complessivo dei disavanzi pubblici accumulati ogni anno porta invece alla formazione del debito pubblico.

Nell'ambito della contabilità di Stato, il pareggio di bilancio comporta che l'ammontare delle spese pubbliche sostenute dallo Stato e dagli altri enti pubblici sia uguale alle entrate: lo Stato, in tal modo, evita di ricorrere all'indebitamento, ossia al deficit di bilancio pubblico. L'ammontare complessivo dei disavanzi pubblici accumulati ogni anno porta invece alla formazione del debito pubblico.

 

Il vincolo del pareggio di bilancio è, assieme ad altri parametri di finanza pubblica, uno dei parametri fissati all'interno del Patto di bilancio europeo, un accordo approvato il 2 marzo 2012 e sottoscritto da 25 dei 27 stati membri dell'Unione europea[

Nell'aprile del 2012 il parlamento italiano ha definitivamente introdotto, come principio costituzionale nell'ordinamento giuridico italiano, il pareggio di bilancio (modificando gli artt. 81-117-119.97 della Costituzione italiana) con la legge costituzionale 20 aprile 2012 n. 1.

La norma è stata approvata sia dalla Camera dei Deputati e sia dal Senato della Repubblica a maggioranza dei due terzi nella seconda votazione precludendo così la possibilità di un referendum costituzionale dei cittadini.



Il vincolo del pareggio di bilancio tuttavia porta amare conseguenze:

Moltissimi economisti sono sfavorevoli ai vincoli imposti dal pareggio di bilancio e ritengono che che l'inserimento in Costituzione del vincolo di pareggio del bilancio possa portare alla dissoluzione del Welfare state Per i seguenti motivi:

 

« Inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose"; soprattutto "avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto. »



« Nella attuale situazione economica è pericoloso tentare di riportare il bilancio in pareggio troppo rapidamente. I grossi tagli di spesa e/o gli incrementi della pressione fiscale necessari per raggiungere questo scopo, danneggerebbero una ripresa economica già di per sé debole". »



« anche nei periodi di espansione dell'economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica, perché gli incrementi degli investimenti a elevata remunerazione - anche quelli interamente finanziati dall'aumento del gettito - sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa, poi, comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio pubblico mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza. »

 

 

Cosa si intende per stato sociale?

Lo stato sociale (anche detto dall'inglese welfare state) è una caratteristica dei moderni stati di diritto che si fonda sul principio di uguaglianza.

 

Da esso deriva la finalità di ridurre le disuguaglianze sociali. In senso ampio, per Stato sociale si indica anche il sistema normativo con il quale lo Stato traduce in atti concreti tale finalità; in questa accezione si parla di welfare state (stato del benessere tradotto letteralmente dall'inglese, detto anche stato assistenziale).

Con esso ci si propone di fornire e garantire diritti e servizi sociali, ad esempio:

Questi servizi gravano sui conti pubblici attraverso la cosiddetta spesa sociale in quanto richiedono ingenti risorse finanziarie, le quali provengono in buona parte dal prelievo fiscale che ha, nei Paesi democratici, un sistema di tassazione progressivo in cui l'imposta cresce più che proporzionalmente al crescere del reddito.

 

Esistono anche casi opposti in cui attraverso lo stato sociale si operano politiche di redistribuzione dei redditi regressive ossia lo Stato integra in modo crescente i redditi alti con l'applicazione del metodo di calcolo retributivo (es. il sistema pensionistico pubblico in Italia).