IL VERISMO

Nella seconda metà dell'Ottocento si diffonde in Europa e in Italia una crisi del Romanticismo e si fa strada una nuova tendenza più vicina ai problemi concreti della società: il Realismo.

Esso non costituisce però una vera e propria rottura con la cultura del passato, ma anzi rappresenta un rafforzamento della corrente realista e oggettiva del primo Romanticismo, che aveva trovato espressione nel romanzo storico.

Questo movimento prende il nome di Positivismo in filosofia; Naturalismo nella letteratura francese; Verismo nella letteratura italiana.

 

MOTIVAZIONI STORICHE

 I moti libertari del '48 sono falliti in tutta Europa; i grandi ideali di indipendenza nazionale, i grandi entusiasmi, le azioni eroiche (i moti mazziniani) non sono stati sufficienti a cambiare in modo duraturo il clima politico.

Non si poteva pensare di sconfiggere un esercito come quello austriaco senza un'adeguata preparazione militare e politica. L'operato di Cavour, indirizzato a scelte realistiche porta a una svolta decisiva nella soluzione del problema italiano.

Negli ultimi decenni del secolo trionfa la borghesia industriale che consolida il suo potere economico con la fiducia di un'espansione senza limiti e la fede in un progresso continuo della tecnica: in questi anni si fanno grandi scoperte scientifiche , si applicano nelle industrie le nuove tecnologie, per esempio la macchina a vapore.

Questa è anche l'epoca in cui si sviluppa la questione sociale: le masse dei lavoratori prendono coscienza dei loro diritti e delle disuguaglianze sociali: a Londra nel 1864, si costituisce la Prima Internazionale socialista dei lavoratori di tutto il mondo.

IL CLIMA CULTURALE

 Il Verismo ha le sue radici nel Positivismo e nel Naturalismo.

Il Positivismo, il cui nome deriva dall'aggettivo positivo, è un movimento filosofico: i positivi affermano che la ricerca della verità deve essere condotta col metodo scientifico-sperimentale e che occorre perciò rifiutare tutte le idee astratte, come per esempio la religione, che non possono essere verificate con l'esperienza. Essi credono che sia possibile individuare non solo le leggi scientifiche, ma anche quelle che regolano il comportamento umano.

Il Naturalismo è una corrente letteraria francese che si sviluppa in questi anni e che ha i suoi massimi rappresentanti nei fratelli Goncourt, in Emile Zola e in Guy de Maupassant. Gli scrittori naturalisti applicano al romanzo i principi del Positivismo: il romanzo deve essere un documento oggettivo della realtà. Il romanziere perciò deve rappresentare con rigore scientifico tutte le classi sociali, anche quelle più umili e tutti gli aspetti dell'esperienza, anche quelli più penosi e sgradevoli; la narrazione deve essere condotta in modo distaccato e descrivere il reale con la maggiore fedeltà possibile.

IL VERISMO ITALIANO

Il Verismo italiano ha il suo maggiore rappresentante in Giovanni Verga e si fonda sulla volontà di rappresentare il vero e di far parlare i "fatti", anche quelli più insignificanti e crudi.

Compaiono nei romanzi, come protagonisti, contadini, pescatori, minatori, tutti dominati dal bisogno e dall'ignoranza. Per rappresentare la realtà in modo oggettivo, lo scrittore deve "tirarsi indietro", eliminare ogni suo intervento, ogni giudizio personale, al punto che "l'opera sembri essersi fatta da sé", come diceva Verga.

Altri elementi della tecnica narrativa realistica sono:

• la descrizione particolareggiata dei paesaggi, dei personaggi e degli ambienti;

• l'impiego frequente del discorso diretto;

• l'uso di un linguaggio e di uno stile più semplice, agile, "popolare", in cui compaiono espressioni dialettali.

 

Si abbandona il romanzo storico, nel quale la fantasia dello scrittore aveva un grande spazio, e si rappresentano in modo più obiettivo personaggi, caratteri, abitudini.

Materia di narrazione divengono la difficile vita dei diseredati della città, le condizioni inumane delle masse dei lavoratori, la miseria messa a confronto con la ricchezza, le lotte per ottenere miglioramenti di vita e salariali, i rapporti all'interno della famiglia.

L'autore immagina la vicenda del proprio romanzo partendo dall'osservazione, dalla registrazione fedele dei fatti a lui vicini e dalla descrizione di ambienti conosciuti.

Nasce così il romanzo sociale, che vuole analizzare e interpretare la società, mettendone in evidenza i problemi e le ingiustizie.

 

IL VERISMO DI GIOVANNI VERGA

In Italia, con il movimento verista, riprende ad avere un grande successo la novella, in cui lo scrittore tratteggia in poche pagine tutto un mondo.

La narrazione verista rispecchia nei suoi temi la situazione politico-sociale creatasi dopo la proclamazione dell'unità d'Italia. Restano da risolvere il completamento dell'unità nazionale, con l'annessione di Venezia e del Lazio e alcuni gravi problemi economici e sociali, dovuti alla frantumazione politica del Pese che durava da secoli e che aveva impresso costumi e modi di vivere differenti tra Nord e Sud.

Il Mezzogiorno si presenta, nei romanzi e nelle novelle di Verga, con tutta la drammaticità dei suoi antichi mali: latifondo, analfabetismo, miseria, superstizione. A questi si aggiungono i nuovi: la diffidenza delle masse contadine verso il giovane Stato, il pesante carico fiscale, il servizio militare obbligatorio.

Nonostante i propositi di oggettività, le opere di Verga non sono una fredda riproduzione del reale, ma in esse si riflette la concezione dolorosa e pessimistica che lo scrittore ha della sua vita.

Nelle sue opere egli rappresenta la realtà sociale della Sicilia negli ultimi decenni dell'Ottocento; i protagonisti sono soprattutto dei "vinti", cioè coloro che nella lotta per l'esistenza sono destinati ad essere sconfitti.

 

DIFFERENZE TRA NATURALISMO E VERISMO

Il Naturalismo e il Verismo differiscono in alcuni punti:

• nei romanzi francesi è forte la denuncia delle ingiustizie sociali, accompagnata dalla fiducia in un loro superamento; i problemi presentati sono comuni a tutto il popolo francese e hanno quindi un carattere nazionale.

 

• nei romanzi italiani, invece, sono rappresentate le misere condizioni delle masse subalterne. Non c’è però una precisa volontà di denuncia e non si intravede una possibilità reale di riscatto e di miglioramento per gli umili.

 

I veristi vivono e scrivono in una società ancora arretrata, dove le plebi sono rassegnate, la borghesia e l'aristocrazia sono chiuse nel loro mondo e sorde alle questioni sociali. I problemi trattati, infine, hanno un carattere locale, meridionale, dialettale e non coinvolgono l'intera nazione.

 

 

 

Positivismo

Il positivismo è una corrente di pensiero che si sviluppa a metà dell'800.

È caratterizzata da una forte fiducia nella scienza e nella tecnologia. I positivisti sono convinti che il mondo si può manipolare con la scienza e che l'uomo può progredire sempre di più. ( Conoscenza della realtà, collaborano sullo sviluppo economico, facilita la vita umana sulla terra, moltiplica il benessere, mondo migliore) . 

Il pensiero è basato sull’organizzazione industriale della nuova società borghese, pensiero che crede nel progresso della scienza e che crede che le applicazioni della scienza possano favorire la felicità dell’uomo.

Tale filosofia è definita “Positivismo”, perché i pensatori positivisti credono solo nei fatti positivi, ovvero quelli che si possono misurare con gli strumenti scientifici, mentre ciò che è metafisico o spirituale non interessa o è considerato solo un prodotto della materia.

La scienza diventa quindi lo strumento per conoscere e migliorare la realtà a favore dell’uomo, per spiegare oggettivamente la realtà e dominarla.

 

 

 

Il Naturalismo è un movimento letterario che nasce in Francia come applicazione diretta del pensiero positivista e si propone di descrivere la realtà psicologica e sociale con gli stessi metodi usati dalle scienze naturali. La voce narrante nel naturalismo riproduce il modo di vedere e di esprimersi dell'autore, del borghese colto, e tale voce interviene spesso con giudizi sia espliciti che impliciti. Tra il narratore e i personaggi vi è un distacco netto: il narratore allontanandosi dall'oggetto e guardandolo dall'alto, adotta il punto di vista dello scienziato.

 Romanzo sperimentale di Zola: l’autore sorta di scienziato, ritrae la realtà incluse le cose brutte, rapporto uno-ambiente, l’arte deve migliorare la società.

 

Conosciamo questo termini:

Il colonialismo è definito come l'espansione di una nazione su territori e popoli all'esterno dei suoi confini.

L’imperialismo In senso storico, la volontà di uno stato di estendere il proprio dominio su territori sempre più vasti.

Nazionalismo:  Movimento politico e ideologico che si esprime tramite l’amore verso la propria patria

Capitalismo: Sistema economico e sociale fondato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione e sul sistematico investimento di capitali finalizzato al profitto degli imprenditori.

Razionalismo: Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico la ragione e la razionalità.

Crisi del razionalismo: Senso di decadenza e di vuoto, scoperta dell’inconscio ( Freud), irrazionalismo (Nietzsche), intuizione e vita interiore

 

Con il termine “Avanguardie” si indicano movimenti artistico-culturali sviluppatesi in Europa dagli inizi del ’900 fino a circa gli anni Venti: Espressionismo, Futurismo, Surrealismo, Dadaismo . In genere si parla di Avanguardie storiche per distinguerle dalle Neoavanguardie sorte dopo la II Guerra Mondiale. Le Avanguardie avevano delle tendenze radicali a rompere con i codici artistici tradizionali e con le convenzioni borghesi. Rifiutando tutti i valori, gli avanguardisti mettevano in discussione il valore e il concetto di arte; infatti, secondo loro l’arte deve scuotere e sconvolgere, deve contribuire a migliorare la vita.

Il surrealismo ( 1924) è un movimento che pratica un’arte figurativa e non astratta.

Futurismo (1909, creato da Filippo Tommaso Marinetti)

Espressionismo ( si esprime in Germania)

Dadaismo (1916): parole in libertà, gioco e ironia, creatività istintiva, dinamicità. Entusiasmo generalizzato: verso la scienza, verso il sapere “oggettivo”.

 

VERISMO

Movimento letterario italiano della seconda metà dell’Ottocento, il verismo porta in primo piano la tensione degli scrittori per una maggiore aderenza alla realtà sociale del tempo. I veristi rappresentano situazioni regionali fatte di povertà, miseria, sfruttamento. I loro personaggi sono contadini, pescatori, minatori: insomma, umili lavoratori di cui si cerca di rendere l’universo psicologico e linguistico

Capuana, Verga, De Roberto ( sfiducia di risolvere la crisi del sud, mondo contadino, ritrae il vero delle campagne, autonomia dell’arte, bozzetto novella breve.) I temi sono personaggi umili e il linguaggio è più vicino al parlato, Verga sa ritrarre gli umili, facendo parlare le cose.)

 

Il Decadentismo si esprime anche attraverso il SIMBOLISMO che approfondiva la ricerca stilistica, ovvero nuove tecniche come la sinestesia e la analogia.  Arte come bellezza ( Pascoli e D’Annunzio) e arte come conoscenza ( Svevo e Pirandello).

Con il Simbolismo viene analizzata la realtà più segreta valorizzando l’intuizione e non la ragione. Venne introdotto da Baudelaire con l’opera “I fiori del male” 

 

Differenza soggettivo e oggettivo:

Oggettivo: percezione della realtà individuale;

Soggettivo: visione indipendente dai pensieri e dalle emozioni personali.

 

 

 

 

 

 

 

Giovanni Verga nasce nel 1840 a Vizzini e a muore nel 1922 a Catania. Nei romanzi giovanili, amori tormentati e aristocratici. Nelle opere veriste, tormento della “roba”. Nel Mastro-don-Gesualdo rappresenta la solitudine e la decadenza di un “vinto”. Il capolavoro fu il romanzo I Malavoglia che raggruppa delle reali condizioni di vita dei pescatori italiani. Verga, non usa il dialetto ma una specie di “italiano dialettizzato” una creazione di grande fascino e originalità. Nel 1874  Verga scrive Nedda: un bozzetto siciliano, ambientata in Sicilia. Nel 1880 escono in volume le novelle veriste di Vita dei campi.

I Malavoglia è di 1° livello, il più basso, pescatori analfabeti ( personaggi primitivi, fatti e cose in primo piano, pensieri e parole riferibili a cose e fatti concreti) oggettivismo (impersonalità, terza persona)

e Mastro Don Gesualdo 2° livello, il muratore arricchito ( personaggi più evoluti, non solo fatti ma anche giudizi e intenzioni) soggettivismo ( romanzo psicologico e monologo interiore).

 

Libertà: Per le vie del paese la folla grida "Viva la libertà", si ritrova davanti al municipio, in piazza, sugli scalini della chiesa armata di scudi e di falci.
Vengono uccisi preti, notai, molti galantuomini, ma anche i loro figli perché si dice, che un giorno sarebbero diventati come i loro genitori, donne nobili come la baronessa con i suoi tre figli.

Alla sera, finiti i tumulti, tutti rientrano nelle proprie case pensando a come spartirsi le ricchezze dei galantuomini, ma senza sapere come fare perchè non c’erano più notai per misurare i terreni o dividerli.
Non si poteva più dire messa perchè non c'erano più preti, tutti guardavano il proprio vicino per intuire quante morti aveva sulla coscienza e si viveva nell'attesa di qualcosa.
Il giorno dopo arriva il generale a far giustizia, subito vengono fucilate 4 o 5 persone, dopo arrivano anche i giudici che, presi i colpevoli, li conducono in città per un processo che dura tre anni. Madri e mogli per un po' si recano in città per seguire i loro cari, ma poi tornano al paese e tutto sembra tornare come prima. Gli arrestati vengono condannati per il massacro, senza capire cos'hanno fatto di male e chiedendosi quale colpa hanno commesso.

 

Rosso Malpelo:

Rosso Malpelo è un ragazzo che lavora in una cava di rena. Poiché ha i capelli rossi, è ritenuto malvagio e tiranneggiato da tutti. All’inizio è protetto dal padre, ma, quando questo muore in un incidente di lavoro, resta solo e indifeso, anche perché la madre, restata vedova, e la sorella si sposano. Rosso assimila la violenza che subisce e cerca di insegnarne la lezione anche all’unico amico che abbia, un ragazzo sciancato, Ranocchio. Quando anche costui muore, accetta di visitare un tratto inesplorato della galleria e vi si perde per sempre.

 

 

I l libro I Malavoglia è un libro un po' particolare, che narra le disgrazie di una famiglia quasi come se fosse quella più disgraziata del mondo. È un aspetto questo che va inserito in un contesto, quello di Trezza, che agevola il susseguirsi di sventure, con la sua politica chiusa, da cui non si riesce ad uscire. Si è detto all'inizio che i Malavoglia sono al centro del romanzo, ma ai lati si trova il popolo, che è comunque da considerare, che fa parte di Trezza e del suo modo di vivere, della sua mentalità, dei suoi ideali. Come ideali, ad esempio, troviamo l'attaccamento alla roba, cioè i beni materiali che la famiglia deve possedere per poter vivere dignitosamente, e che all'inizio i Malavoglia avevano, quel tanto che basta per vivere. Poi l'hanno perduta con quel carico di lupini, frutto di una speculazione attuata da Padron 'Ntoni, che, così facendo, ha avviato la disgrazia della famiglia. In questo frangente il vecchio patriarca è andato contro alle sue idee, di non tentare mai la fortuna, di sopportare passivamente, e di "fare solo il mestiere che sai" (era molto attaccato ai proverbi), e per questo ha pagato caro. Quando seppe della tragedia sembrava quasi più disperato per i lupini che per il figlio Bastianazzo morto in mare. Ancora, era sempre un galantuomo, e quando, dovendo pagare il debito a Zio Crocifisso, ben sapendo che difficilmente ci sarebbe riuscito, ci prova, e con sé porta tutta la famiglia. Oltretutto ho notato che in questo romanzo, è nettamente presente il pessimismo di Verga: la fine del libro "con quell'incondizionata accettazione di una tradizione e di un costume secolari che implica una condanna di ogni volontà di ribellione... (Romano Luperini)" è un ritorno all'inizio, magari anche un po' peggiorato, senza possibilità di progresso.
Questo è anche in parte confermato dal fatto che, sempre secondo me, Verga voglia portare la famiglia al risanamento economico finale, ma non ci riesca bene per via della quasi esagerata situazione di Aci Trezza; in pratica prima ha portato i Malavoglia nella disgrazia più nera, senza possibilità di risollevarsi, poi, come in TV, come per miracolo quasi tutto si aggiusta, eccetto Padron 'Ntoni che muore, non beneficiando di questo risanamento, come alcuni componenti della famiglia, ma degli altri, di quelli "sopravvissuti" non se ne sa niente. A questo punto credo che sarebbe stato opportuno scrivere un'opera più omogenea, anche più credibile. A parte questo, ed il fatto che l'ambientazione è un po' troppo lontana dalla realtà attuale, il libro mi è piaciuto abbastanza.