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L'età comunaleNell’età comunale cambia la situazione economica (nascita e sviluppo delle città, cambiamento di produzione economica) e di conseguenza si assiste a dei mutamenti in ambito sociale. Emerge in primo piano la figura del mercante, che già esisteva, ma che era entrata in crisi prima dell’anno Mille con l’avvento delle invasioni in Europa. Nel Medioevo si forma un vero e proprio ceto mercantile che influenza enormemente anche la mentalità corrente e il modo di vedere la realtà, l’uomo e le sue qualità. Il mercante sicuramente diventa un diffusore del volgare, in quanto dà grande importanza alla comunicazione orale e soprattutto scritta, promuovendo di fatto le attività dei liberi professionisti come i banchieri e i notai. Inoltre si pone come obiettivo non più di occupare beni terrieri ma denaro e quindi non è un caso che la figura del banchiere nasce in questo periodo. Con il denaro accumulato egli reinveste una parte sempre sul mercato, mentre l’altra nell’acquisto di beni immobiliari (case, castelli) e spesso, dopo aver fatto fortuna, diventano amministratori dei loro beni. Il mercante è un personaggio che controlla di persona la propria attività, che sa amministrare i propri beni. E’ una persona molto accorta, non delega troppo, anche se ha una cerchia di servitori. Più particolare, per quanto riguarda le doti personali del mercante, potremmo evidenziare anzitutto il suo individualismo (l’intraprendenza): è lui al centro del suo sistema. In questo periodo infatti l’uomo torna ad essere visto come un soggetto più autonomo e anche capace di cambiare il proprio status sociale. Ci si avvia così verso una società non più statica come quella medioevale, ma in progresso e in continua trasformazione, più dinamica. Pertanto la dimensione estetica non è più vista negativamente, ma anzi tende ad essere sempre più apprezzata nella società. Nuovi fermenti all’interno della chiesa La chiesa in età comunale continua ad essere un’istituzione di fondamentale importanza, infatti ha un ruolo primario nella società sia dal punto di vista delle funzioni civili ed amministrative, sia anche soprattutto nell’ambito della diffusione dei valori religiosi, cioè dell’etica religiosa. D’altra parte, sempre di più, gli esponenti del clero ispirano i propri comportamenti a quelli dei grandi feudatari, cioè il clero, per questioni di interesse e di potere, tende a secolarizzarsi, cioè ad adeguarsi alle tendenze del potere temporale e spirituale: indebolisce la sua funzione di guida spirituale, potenziando di fatto la funzione temporale (es. la lotta per le investiture e le colpe di cui si macchia il clero; i simoniaci e la compravendita di cariche e di indulgenze). Quindi la chiesa è da un lato molto importante spiritualmente, ma allo stesso tempo privilegia i beni materiali e, più in generale, il potere temporale. Pertanto nel corso del 1200 cominciano nel mondo religioso a crearsi nuovi fermenti che la chiesa etichetta con il nome di eresie. Questo comporta la nascita dello scontro tra le diverse comunità cristiane che tentavano di riformare la chiesa, al fine di ritornare ai valori primordiali del vangelo, e la chiesa che invece cerca di eliminare le riforme (i Catari, gli Albigesi, i Donatisti). In particolare questi nuovi fermenti saranno la spinta per la nascita di veri e propri nuovi ordini monastici, più organizzati e forti, che fin dalle loro origini avranno delle caratteristiche peculiari, cioè che li distinguono: in particolare l’ordine dei francescani e dei domenicani. Mentre i francescani privilegiano un ritorno a un rapporto diretto e personale con Dio tramite la riscoperta di un diverso modo di vivere la natura, la propria dimensione corporale, i domenicani sostengono invece un ritorno anzitutto allo studio approfondito dei testi religiosi, diventando così dei dotti con una preparazione teologica imbattibile. Il genere letterario della lauda Durante il Medioevo, specie il nostro paese, la prima produzione letteraria tende ad essere di stampo religioso. In particolare si affermano in questo periodo due generi poetici fondamentali: il poemetto narrativo e didattico, diffuso soprattutto nell’area lombardo-veneta e la lauda, lirica e poi drammatica, che ha la sua maggior diffusione nell’Italia centrale (Perugia: si ricordi San Francesco d’Assisi e Jacopone da Todi). La lauda nasce come poesia lirica ma dobbiamo subito dire che parallelamente assume la forma drammatica (dal greco dramatos, scena, movimento), cioè diventa un testo rappresentato, recitato. Per quanto riguarda il poemetto, si trattava di un componimento in prosa che poteva avere delle parti in prosa, che affrontavano argomenti filosofici (la filosofia scolastica), organizzati spesso in forma di discussione, cioè di disputa, con un intento di carattere didattico (dal greco didasco), di insegnamento e quindi i valori di insegnamento nel Medioevo hanno avuto dei caratteri morali, etici. Per quanto riguarda la lauda, si trattava di un componimento di lode, ad es. dei santi, oltre naturalmente ai componimenti di lode per Maria, Gesù, la Sacra Famiglia. Specialmente le vite dei santi infatti si prestavano molto ad essere rappresentate in forma drammatica, teatrale. |