Domande e argomenti per interrogazione

Quali popoli incontrarono gli spagnoli nel nuovo continente?

Gli Aztechi

I Maya

Gli Inca

Cosa pensarono gli aztechi nel vedere arrivare gli spagnoli?

Parla dei rapporti tra Cortes e l'imperatore Montezuma

Parla di Cortez contro i maya

La guerra di Pizarro contro gli Inca in Peru

Perchè non si può parlare di genocidio?

Cosa si dice negli scritti lasciati dal domenicano Las Casas?

Perchè si parla di scontro tra civiltà?

Gli Atzechi e la loro storia leggendaria (caos, pali, quattro alberi)

Aztechi Maya Inca

Cortes in Messico controMontezuma atzeco

Cortes contro maya

Pizarro contro inca

denuncia di Las Casas

sterminio degli indios e non genocidio (malattie vaiolo)

battaglia di Cajamarca

AMERINDI E CONQUISTADORES

Il termine corretto che oggi viene usato per identificare le civiltà che abitavano le zone del nuovo mondo, quando sbarcarono lì i portoghesi il 12 Ottobre 1492 e quando poi arrivarono i Conquistadores è “Amerindi” e non civiltà Precolombiane, quest’ultimo termine è infatti caduto in disuso a causa del suo etnocentrismo.
In questi luoghi, e parliamo di nord, sud e mesoamerica, c’erano molte popolazioni, che prima dell’arrivo degli Europei contavano in tutto 30/40M di persone, ma le più evolute e le più caratteristiche erano senza ombra di dubbio gli Aztechi, i Maya e gli Incas.
Dopo l’ultima glaciazione, circa 30'000 anni prima di Cristo, molte persone migrarono dalla Mongolia fin qui passando per lo stretto di Bering e si stanziarono in vari luoghi dell’America.
A seconda della posizione in cui si stanziarono, svilupparono modi di vivere e caratteristiche fisiche differenti; al nord si svilupparono alti e muscolosi, erano nomadi, pescatori e debbiatori (ovvero vivevano di ciò che la natura offriva da se), mentre al sud si svilupparono bassi e con cassa toracica piccola, soprattutto per via del fatto che vivevano in posti altissimi, al contrario di quelli del nord erano agricoltori e sedentari.
Queste popolazioni erano molto arretrate rispetto agli europei e non conoscevano la ruota, la polvere da sparo e non avevano neanche gli animali da soma, ma c’erano delle persone chiamate “portatori” che svolgevano questo compito.
Anche la scrittura era poco evoluta e solo i Maya ne possedevano una che era idiografica e sillabica.

GLI AZTECHI

La civiltà Azteca si sviluppò nella valle del Messico, che loro chiamavano Anahuac.
Parlavano la lingua Nahua e la loro scrittura era simbolica.
La loro città più importante, nonché capitale, aveva 0.5M di abitanti circa e si trovava sul lago Texcoco a 2700m d’altezza e si chiamava Tenochtitlan , fu completamente distrutta dall’esercito di Cortes e oggi in quel luogo sorge la metropoli di Città Del Messico.
La massima autorità era l’imperatore, che era una semi-divinità.
L’aspetto più caratteristico degli Aztechi era la religione e soprattutto il loro rito di fare sacrifici umani.
Avevano numerosi Dei, tra i quali possiamo sicuramente ricordare Huitzilopochtli, il Dio del Sole e della Guerra, a cui venivano sacrificate vite umane perché si credeva che ogni notte combattesse contro le tenebre per far sorgere il Sole ogni giorno e perciò avesse bisogno di forze, che arrivavano con i sacrifici umani.
Molto importante era anche Tlalòc, Dio della Pioggia, al quale venivano sacrificati neonati poiché si credeva che preferisse vittime che urlassero molto.
Poi gli Aztechi avevano il così detto “grande anno”, che capitava ogni 52 anni e durante il quale si pensava che il Sole fosse messo maggiormente in pericolo; al termine di esso potevano succedere tre cose:
1) Il mondo sarebbe finito
2) Non sarebbe successo nulla
3) Il Sole sarebbe diventato immortale e quindi il mondo non potrebbe così mai più finire

Ma come faceva il Sole a diventare immortale? Grazie a Quetzalcoatl, che in lingua Nahua vuol dire “Serpente Piumato”.
Costui era un Dio e secondo le credenze Azteche si pensava che in passato era stato alleato di Huitzilopochtli, ma che poi avessero litigato, promettendo però di tornare.
Si sosteneva però che al suo ritorno il mondo sarebbe durato per sempre.

I Maya

I Maya era di certo il popolo più evoluto di tutti.
Erano stanziati nell’attuale Yucatan e in parte del Guatemala.
Il loro sistema di ordinamento era simile a quello delle Poleis greche.
Avevano una lingua simile a quella Nahua, ma una scrittura molto più evoluta che è definita ideografica e sillabica, un po’ come la nostra.
Erano i più colti per vari motivi, non solo per la scrittura, ma anche perché erano ottimi medici, ottimi matematici, ottimi astronomi, etc.
Proprio dai Maya deriva la credenza che il mondo finirà il 21 Dicembre 2012, poiché loro avevano stilato un precisissimo calendario che si interrompe in quel fatidico giorno.
A differenza degli altri popoli, i Maya avevano una forte identità e ciò permise a questo popolo di non scomparire per mano dei Conquistadores fino al ‘600.
Erano molto legati alla religione e avevano molti Dei, ma non erano barbari quanto gli Aztechi sul fatto dei sacrifici umani.

Gli Incas

La popolazione degli Incas (figli del Sole), si sviluppò fra le regioni e gli altopiani andini, precisamente tra Perù e Colombia.
Parlavano il Quechua e avevano una scrittura Quibù.
Al vertice della scala sociale c’erano nobili e sacerdoti che vivevano a spese dello stato.
La capitale era Cuzco, situata a più di 3000m d’altezza.
Questa popolazione e queste zone furono rase al suolo da Pizarro e dal suo esercito.
Francisco Pizarro fu un importante conquistadores spagnolo, che partito dal porto di Panama giunse nel Perù nel 1531.
Qui mise fuori gioco l’imperatore Atahualpa e suo fratello Huascar e prese il mano la civiltà Incas, la quale impose in schiavitù.

 

Le civiltà precolombiane


Maya

Aztechi

Inca

Luogo

Messico, Guatemala, Belize

Altopiano del Messico

Perù

Epoca

II millennio a.C. – X sec. d.C.

XIII – XVI sec.

XV-XVI sec.

Forma di Stato

Città-stato autonome

Impero

Impero

Organizzazione sociale

Re

Funzionari e sacerdoti

Artigiani, commercianti e mercanti

Contadini

Schiavi

Imperatore

Aristocrazia di guerrieri

Sacerdoti

Uomini liberi

Servi

Schiavi

Re-dio

Nobili

Religiosi

Capi militari

contadini

Capitale

Vari centri autonomi

Tenochtitlàn

Cuzco

Religione

Politeista: si basava sul culto del Sole e altre divinità minori.

I riti religiosi imponevano digiuni, astinenze e donazioni di sangue umano alle divinità.

Politeista: le divinità principali erano il dio della guerra e il dio Sole; per placare gli dei praticavano sacrifici umani

Politeista: si veneravano il dio Sole e altre divinità che rappresentavano elementi della natura.

Economia

Agricoltura (legumi, zucca, pomodoro, cotone, tabacco, cacao e mais)

Agricoltura (mais).

Commercio

Agricoltura ( fondata su un ingegnoso sistema di irrigazione, sul terrazzamento dei pendii e sulla concimazione); coltivavano patata e mais.

Allevamento: lama e alpaca

Aspetti culturali

  • Non conoscevano l’uso della ruota, del ferro e degli animali da soma.

  • Utilizzavano una scrittura geroglifica.

  • Elaborarono un calendario di 365 giorni.

  • Furono abili costruttori: edificarono templi piramidali.

  • Praticavano il gioco della palla che aveva un significato simbolico e religioso.


  • Non conoscevano l’utilizzo della ruota né facevano uso di oggetti in metallo.

  • Si dedicavano alla musica e alla danza.

  • Furono abili nell’architettura (palazzi, strade lastricate, monumenti funerari).

  • Usavano una scrittura geroglifica

Crearono un sistema stradale efficiente e complesso

Servizio postale

Non esisteva la proprietà privata

 


 

 

Hernan Cortes e lo sfruttamento degli Indios.


Cortés, Hernán Uno spagnolo alla conquista del Messico

All'inizio del Cinquecento, in poco più di due anni, lo spagnolo Hernán Cortés conquistò il Messico e distrusse l'antico impero degli Aztechi. La conquista di questi nuovi territori fu molto importante per la corona di Spagna, che costruì un grande impero in America sfruttando le ricchezze delle terre appena scoperte

Alla ricerca dell'avventura Nel 1511 gli Spagnoli conquistarono l'isola di Cuba nelle Antille. Anche Hernán Cortés prese parte a quella spedizione: aveva poco più di vent'anni e girava il mondo in cerca di fortuna. Gli Spagnoli, dopo aver saccheggiato tutte le ricchezze delle Antille, decisero di tentare nuove avventure sulle coste del Golfo del Messico e organizzarono alcune spedizioni.

Così nel 1519, al comando di Hernán Cortés, partì dalle Antille un piccolo esercito di undici navi con circa cinquecento uomini, sedici cavalli e una decina di cannoni. Appena sbarcato sulle coste messicane, Cortés fondò una città-fortezza, Veracruz, e iniziò la sua marcia nel cuore del continente americano nel territorio degli Aztechi. L'obiettivo di Cortés e della corona di Spagna era quello di conquistare nuovi territori e di impossessarsi delle loro ricchezze.

La sconfitta degli Aztechi

Quando arrivarono gli Spagnoli, gli Aztechi si erano stabiliti in Messico già da molti secoli: avevano fondato un grande impero e la loro capitale era Tenochtitlán, una città bellissima, tra le più grandi al mondo. Gli Aztechi avevano anche sottomesso con la forza tutte le altre popolazioni della regione. Mentre si avvicinava alla capitale azteca, Cortés strinse alleanza con tutte le popolazioni scontente del dominio azteco e ingrossò così le fila del suo piccolo esercito. Al suo arrivo a Tenochtitlán Cortés venne ricevuto con amicizia dall'imperatore Montezuma II; poco dopo, però, Cortés lo fece arrestare.

Dopo l'arresto di Montezuma II scoppiò un'insurrezione contro gli Spagnoli e lo stesso imperatore azteco morì durante i disordini. Preoccupato, Cortés decise di abbandonare la capitale con il suo esercito per riorganizzare le forze. L'anno seguente strinse d'assedio la zona intorno a Tenochtitlán e dopo una terribile carneficina conquistò la città e la rase praticamente al suolo (1521). In poco più di due anni (1521-22) Cortés era riuscito a conquistare tutto il Messico e a distruggere l'impero degli Aztechi.

Circa dieci anni più tardi lo spagnolo Francisco Pizarro conquistava anche il territorio degli Inca, in America meridionale: nel 1533 la capitale dell'impero, Cuzco, veniva saccheggiata e l'imperatore Atahualpa assassinato.

Cortés e la Nuova Spagna

Nel 1522 Cortés fu nominato dal re governatore e capitano supremo della Nuova Spagna: così gli Spagnoli chiamarono allora il territorio del Messico. Egli si dedicò a riorganizzare il paese e favorì la diffusione del cattolicesimo. L'oro e l'argento estratti in enormi quantità nelle miniere messicane furono inviati in Spagna: anche gli splendidi gioielli degli Aztechi furono fusi in lingotti d'oro e caricati sulle navi. I conquistadores furono premiati dalla corona spagnola per le loro guerre di conquista e poterono amministrare le nuove terre con grande autonomia. Le popolazioni americane furono ridotte in schiavitù e costrette a lavorare in condizioni durissime nelle miniere e nelle piantagioni di caffè, di cotone, di zucchero e di mais.

I Conquistadores erano soldati mandati dalle nazioni più potenti nel Nuovo Mondo a fine di sfruttare e depredare le civiltà che vivevano lì.

Infatti questi luoghi erano molto ricchi di oro e di spezie che allora erano usate per vari scopi, da quelli medici fino allo scopo principale, ovvero quello di mascherare gli odori e il sapore degli alimenti che erano oramai scaduti.
Il più famoso conquistadores fu senza ombra di dubbio Hernan Cortes (1485-1547).
Partito dal porto di Santiago de Cuba nel 1518, giunse nello Yucatan nel 1519 con 500 uomini e nel Novembre arriva alla capitale Azteca di Tenochtitlan e qui inizia un lungo e violento assedio al popolo Azteco che nel giro di qualche anno viene completamente distrutto, così come la magnifica capitale.
La caduta di Tenochtitlan arriva il 13 Agosto 1521.
Ma perché gli spagnoli, che erano molto meno numerosi dei loro rivali riuscirono a distruggerli senza troppi patemi d’animo?
Le cause di ciò sono molteplici.
Innanzitutto gli spagnoli erano molto più sviluppati e avevano navi ingenti, polvere da sparo, cani addestrati che venivano visti come dei demoni dagli aztechi, cavalli, etc.
Ma questa non fu la ragione principale dello stermino degli indios, che ricordiamo prima dell’arrivo degli europei erano circa 30/40M e in breve tempo dopo l’arrivo di quest’ultimi divennero circa 3/4M.
Non è da escludere il fatto che molti morirono a causa di malattie, perché molte furono i virus portati dagli spagnoli, e gli indios non avendo gli anticorpi necessari rischiavano di morire anche per un semplice raffreddore.
Poi, altro fattore a favore degli uomini di Cortes fu il fatto che gli aztechi sottomettevano molto popoli e questi ne erano stufi, allora gli spagnoli riuscirono a farli alleare con loro e ciò fu un’importante carta a favore della vittoria finale.
Ma la causa principale che portò alla distruzione soprattutto della civiltà Azteca è un altro.
Abbiamo in precedenza accennato a Quetzalcoatl, come detto si pensava che se fosse ritornato durante il “Grande Anno”, il Sole non sarebbe più stato in pericolo.
Questo Dio era identificato come un uomo alto, bianco, con barba e capelli lunghi proveniente dall’est, e tutto ciò si reincarnava perfettamente in Hernan Cortes, e per di più quest’ultimo sbarco nello Yucatan proprio durante questo “Grande Anno”.
Allora Cortes fu scambiato per Quetzalcoatl e riuscì con facilita a far deporre l’imperatore Moctezuma II e potette così far molto più facilmente il suo operato.
Operato che come spiegato portò in breva alla distruzione di una meravigliosa città e allo sterminio di milioni di persone.

 

I Conquistadores

Il termine spagnolo Conquistadores (trad. it. Conquistatori) è comunemente usato per riferirsi ai soldati, agli esploratori ed agliavventurieri che portarono gran parte delle Americhe sotto il dominio coloniale spagnolo tra il XV e il XVII secolo.

Scenario

I capi delle spedizioni militari spagnole nel Nuovo Mondo si definivano conquistadores, un termine che riecheggia la reconquista, ovvero la guerra effettuata dagli spagnoli contro i musulmani (i cosiddetti Mori) per riconquistare l'Andalusia, l'ultimo lembo di Spagna ancora occupata. Le ostilità si conclusero nel 1492 con la caduta di Granada.
I conquistadores infatti invocavano il nome di Santiago Matamoros ("San Giacomo l'uccisore di mori") prima di scagliarsi in battaglia contro i nativi americani. Molti conquistadores, al pari di quello che avevano fatto con i Mori, consideravano i nativi americani senza diritti per il fatto che essi erano "pagani", cioè non ancora convertiti alcattolicesimo. Per compiere ciò vennero istituite le missioni cristiane in America, fin dalla prima metà del '500 che si ponevano principalmente l'obbiettivo dell' etnocidio nel migliore dei casi, cioè vale a dire nel caso in cui le popolazioni si mostrassero docili e predisposte alla colonizzazione, e nel caso in cui non accettassero di essere occidentalizzate, cristianizzate, e sottomesse, si passava, con l'ausilio della corona spagnola, al genocidio. L'unica voce che temporaneamente si oppose fu quella portoghese, ma solo per motivi economici, in quanto avanzava dei diritti di conquista su quelle zone. La controversia fu sanata da Papa Alessandro VI nel Trattato di Tordesillas del 1494, nel quale le nuove terre furono assegnate alle due potenze sulla base della loro posizione geografica, a seconda cioè che si trovassero ad est o ad ovest del meridiano che passa a 1.770 km al largo delle Isole di Capo Verde.
La maggior parte dei conquistadores erano poveri, inclusi alcuni nobili (hidalgos) in cerca di fortuna, le cui prospettive erano limitate inEuropa visto che le crociate si erano ormai concluse e il senso ispanico dell'onore proibiva ai nobili i lavori manuali.
Alcuni inoltre erano stati costretti alla fuga dalla repressione religiosa attuata dall'Inquisizione spagnola.

Storia

Nei primi decenni del 1500, gli Europei scoprirono i popoli indigeni delle Americhe che erano organizzati in Mesoamerica) o in bande etribù sparse in vasti territori (come in Argentina e in Nordamerica). Le vicende che scaturirono dall'incontro e dallo scontro di queste civiltà con gli spagnoli, indipendentemente dalle presunte buone intenzioni di entrambi, sono passate alla storia come la conquista dell'America. Lo scopo principale della Spagna era occupare ed evangelizzare i nuovi territori e portare i nativi nell'alveo della cristianità e sotto il governo dei re cattolici.
Subito dopo la cosiddetta scoperta del 1492 si evidenziarono i primi contrasti e le incomprensioni tra le parti. Il movimento di scoperta era portato avanti sul fronte dell'occupazione da bande di esploratori-soldati (conquistadores) e sul fronte dell'evangelizzazione soprattutto da parte dell'ordine dei Domenicani. I primi erano soldati e avventurieri allettati soprattutto dalla prospettiva di acquisire terre e ricchezze facilmente. Lo scontro di questi ultimi con le civiltà native più organizzate portò alle campagne di conquista.
È da notare che queste campagne furono, almeno all'inizio, iniziative personali di singoli conquistadores e delle loro bande, ma portarono a risultati assolutamente imprevedibili e alla caduta di civiltà potenti e organizzate.

La superiorità tecnologica dei conquistadores

Militarmente i conquistadores possedevano un notevole vantaggiotecnologico sui nativi grazie alle armi da fuoco e di acciaio; di contro però i popoli indigeni avevano una superiorità numerica fino a 100 volte il numero dei soldati spagnoli. Nonostante che molte popolazioni native conoscessero metodi per fondere i metalli (ad ex. l'oro), questa conoscenza fu applicata principalmente nell'elaborazione di oggetti ornamentali e utensili: solo gli Inca crearono armi di rame, ma queste non possedevano il taglio letale del ferro e dell'acciaio. Gli elmi di ferro erano una difesa eccezionale contro le pietre lanciate con gran forza, e dettero un vantaggio decisivo ai conquistadores in Perù. Benché gliarchibugi e le altre armi da fuoco causassero grande spavento, tuttavia erano di dimensioni limitate e molto lente da ricaricare; le spade di acciaio e di ferro, i coltelli e le armature invece si dimostrarono molto più utili militarmente. Dopo la vittoria, gli spagnoli decisero di mantenere le armi fatte di ferro fuori dalla portata degli indigeni.
Gli animali rappresentarono un secondo e importante vantaggio tecnologico. I cavalli permisero ai conquistadores di circondare le città peruviane e di lanciare rapidi attacchi per ottenere cibi e vivande che difficilmente sarebbero state repirite in altre maniere. I cani furono usati per rastrellare e attaccare gli uomini nascosti nelle foreste.

Francisco Pizarro

Un altro importante fattore per la vittoria dei conquistadores fu la diffusione di nuove malattie e infezioni contro le quali i nativi non possedevano le difese immunitarie adatte, cosa che causò una debilitazione generale dello schieramento autoctono in un momento decisivo e produsse un gran disorientamento causato dalla difficoltà dei nativi nel rimpiazzare i capi nel campo di battaglia. Tuttavia anche gli spagnoli furono decimati dalle temibili malattie tropicali a cui non erano abituati.
Il modo di fare guerra degli spagnoli, come della maggior parte degli europei, era più cruenta e coinvolgeva un numero maggiore di guerrieri rispetto a quanto erano abituati i nativi. Le armi di ferro e di acciaio producevano un maggiore spargimento di sangue delle frecceavvelenate. Inoltre i nativi non erano soliti uccidere i nemici sul campo di battaglia, piuttosto li catturavano e li mantenevano in vita per poisacrificarli in occasioni cerimoniali. Per questi fatti le pratiche guerresche europee sembrarono più brutali rispetto a quelle indigene.
I conquistadores più famosi furono Hernán Cortés e Francisco Pizarroper le loro vittorie contro gli imperi del Messico e del Perú. Entrambi erano a capo di un numero piuttosto esiguo di truppe però riuscirono intelligentemente a manipolare le gelosie e le rivalità degli eserciti indigeni e ad aumentare le proprie forze mediante numerose alleanze.

Dibattito sui presunti maltrattamenti ai nativi

Il dibattito sulla moralità della conquista risale sino al XVI secolo. Il frate domenicano Bartolomeo de Las Casas difese i nativi americani contro gli abusi dei conquistadores. La sua opera Brevísima relación de la destrucción de las Indias (Brevissima relazione della distruzione delle Indie) ebbe come conseguenza nel 1542 la promulgazione delle Leyes Nuevas (le leggi nuove) in cui si cercava di difendere i diritti dei primi abitanti del Nuovo Mondo.
Tutti gli eventi che sono successi dalla meravigliosa scoperta dell'America sono stati così straordinari da sembrare incredibili a chi non li avesse vissuti in prima persona. In realtà sembrano offuscarsi tutte le azioni delle persone famose del passato, non importa quali gesti eroici abbiano compiuto, e passano sotto silenzio tutte le cose raccontate delle altre meraviglie del mondo. - Bartolomeo de Las Casas
Nel 1615Felipe Guaman Poma de Ayala inviò una relazione di 1200 pagine, intitolata Primer nueva corónica y buen gobierno, al re di Spagna Filippo II. Guaman Poma era un membro dell'antica nobiltàincaica che si rammaricava negli anni della sua vecchiaia di aver aiutato i conquistadores e desiderava informare il re di tutti i problemi che erano sorti. La sua cronaca conteneva la storia dell'Impero Inca, della sua conquista e dei maltrattamenti subiti dagli indigeni. Il libro però andò perduto fino al 1908, quando ricomparve nella libreria privata della Casa reale di Danimarca.
Alcuni storici moderni sostengono che i racconti del comportamento dei conquistadores spagnoli furono uno strumento che le potenze europee rivali della Spagna utilizzarono per creare lo stereotipo della ferocia degli spagnoli, conosciuto come la leggenda nera spagnola.
I primi tentativi di diffondere la nozione di diritti umani furono realizzati in conseguenza della diffusione degli effetti della conquista nelle popolazioni native. Nell'estate del 1550, a Valladolid, queste tematiche furono discusse durante il consiglio del re. Il famosoumanista e filosofo aristotelico Juan Ginés de Sepúlveda considerava quella della Spagna una missione Aristotele, definendoli: barbari inumani che pensavano che l'offerta più grande che potevano fare a Dio fosse un cuore umano. Persone le cui magnifiche artisculture,costruzioni non erano prova della loro civiltà perché anche le api e i ragni costruiscono opere che gli uomini non possono neppure imitare.

Bartolomé de Las Casas: un frate spagnolo contro i conquistadores

Nel 1502 il giovane spagnolo Bartolomé de Las Casas si era recato in America, nei Carabi, nelle piantagioni che aveva ereditato dal padre, un compagno di viaggio di Cristoforo Colombo. Fortemente impressionato dal comportamento violento e crudele dei conquistadores nei confronti degli Indios, Las Casas decise di prendere i voti e iniziò la sua lotta contro la riduzione in schiavitù delle popolazioni locali.

 

Nel 1542 Las Casas denunciò al re di Spagna le responsabilità dei conquistadores in questo sterminio. Scriveva Las Casas che gli Indios erano come delle pecore mansuete e che tra loro "entrarono improvvisamente gli Spagnoli, e le affrontarono come lupi, tigri o leoni crudelissimi da molti giorni affamati. E altro non hanno fatto, da quarant'anni fino ad oggi, ed oggi ancora fanno, se non disprezzarle, ucciderle, angustiarle, affliggerle, tormentarle e distruggerle".

 




Il frate domenicano difensore dei diritti indigeni, Bartolemeo de Las Casas, portò al consiglio un'ampia documentazione consistente in unreportage di prima mano, che si rivelò una delle più convincenti condanne della crudeltà umana. La sua eloquente difesa dei nativi terminava con un appello alle coscienze: Tutti sono umani! Al re di Spagna non restò altro rimedio che fermare la conquista finché queste accuse non fossero state approfondite.
Sul letto di morte, Mansio Serra de Leguizamón, uno dei conquistadores del Perú, espresse profondo rincrescimento per l'ingiusta distruzione della società inca: Dico queste cose ora per motivi di coscienza, visto che sono l'ultimo conquistador che muore. Altri spagnoli, comeBernardino de Sahagún, che si innamorò della cultura Nahuatl(Azteca), e anche tra i conquistadores, Bernal Díaz che combatté con Cortés, si commossero profondamente per la sorte tragica degli abitanti del Messico e paragonarono questa distruzione alla guerra di Troia.