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http://www.liceoscientificooristano.gov.it/sites/default/files/CIVILTA%27%20PRECOLOMBIANE.pdf
Domande e argomenti per interrogazione
Quali popoli incontrarono gli spagnoli nel nuovo continente?
Gli Aztechi
I Maya
Gli Inca
Cosa pensarono gli aztechi nel vedere arrivare gli spagnoli?
Parla dei rapporti tra Cortes e l'imperatore Montezuma
Parla di Cortez contro i maya
La guerra di Pizarro contro gli Inca in Peru
Perchè non si può parlare di genocidio?
Cosa si dice negli scritti lasciati dal domenicano Las Casas?
Perchè si parla di scontro tra civiltà?
Gli Atzechi e la loro storia leggendaria (caos, pali, quattro alberi)
Aztechi Maya Inca
Cortes in Messico controMontezuma atzeco
Cortes contro maya
Pizarro contro inca
denuncia di Las Casas
sterminio degli indios e non genocidio (malattie vaiolo)
battaglia di Cajamarca
AMERINDI E CONQUISTADORES
Il termine corretto che oggi viene usato per identificare le civiltà che abitavano le zone del nuovo mondo, quando sbarcarono lì i portoghesi il 12
Ottobre 1492 e quando poi arrivarono i Conquistadores è “Amerindi” e non civiltà Precolombiane, quest’ultimo termine è infatti caduto in disuso a causa del suo etnocentrismo.
In questi luoghi, e parliamo di nord, sud e mesoamerica, c’erano molte popolazioni, che prima dell’arrivo degli Europei contavano in tutto 30/40M di persone, ma le più evolute e le più
caratteristiche erano senza ombra di dubbio gli Aztechi, i Maya e gli Incas.
Dopo l’ultima glaciazione, circa 30'000 anni prima di Cristo, molte persone migrarono dalla Mongolia fin qui passando per lo stretto di Bering e si stanziarono in vari luoghi dell’America.
A seconda della posizione in cui si stanziarono, svilupparono modi di vivere e caratteristiche fisiche differenti; al nord si svilupparono alti e muscolosi, erano nomadi, pescatori e debbiatori
(ovvero vivevano di ciò che la natura offriva da se), mentre al sud si svilupparono bassi e con cassa toracica piccola, soprattutto per via del fatto che vivevano in posti altissimi, al contrario
di quelli del nord erano agricoltori e sedentari.
Queste popolazioni erano molto arretrate rispetto agli europei e non conoscevano la ruota, la polvere da sparo e non avevano neanche gli animali da soma, ma c’erano delle persone chiamate
“portatori” che svolgevano questo compito.
Anche la scrittura era poco evoluta e solo i Maya ne possedevano una che era idiografica e sillabica.
GLI AZTECHI
La civiltà Azteca si sviluppò nella valle del Messico, che loro chiamavano Anahuac.
Parlavano la lingua Nahua e la loro scrittura era simbolica.
La loro città più importante, nonché capitale, aveva 0.5M di abitanti circa e si trovava sul lago Texcoco a 2700m d’altezza e si chiamava Tenochtitlan , fu completamente distrutta dall’esercito
di Cortes e oggi in quel luogo sorge la metropoli di Città Del Messico.
La massima autorità era l’imperatore, che era una semi-divinità.
L’aspetto più caratteristico degli Aztechi era la religione e soprattutto il loro rito di fare sacrifici umani.
Avevano numerosi Dei, tra i quali possiamo sicuramente ricordare Huitzilopochtli, il Dio del Sole e della Guerra, a cui venivano sacrificate vite umane perché si credeva che ogni notte
combattesse contro le tenebre per far sorgere il Sole ogni giorno e perciò avesse bisogno di forze, che arrivavano con i sacrifici umani.
Molto importante era anche Tlalòc, Dio della Pioggia, al quale venivano sacrificati neonati poiché si credeva che preferisse vittime che urlassero molto.
Poi gli Aztechi avevano il così detto “grande anno”, che capitava ogni 52 anni e durante il quale si pensava che il Sole fosse messo maggiormente in pericolo; al termine di esso potevano
succedere tre cose:
1) Il mondo sarebbe finito
2) Non sarebbe successo nulla
3) Il Sole sarebbe diventato immortale e quindi il mondo non potrebbe così mai più finire
Ma come faceva il Sole a diventare immortale? Grazie a Quetzalcoatl, che in lingua Nahua vuol dire “Serpente Piumato”.
Costui era un Dio e secondo le credenze Azteche si pensava che in passato era stato alleato di Huitzilopochtli, ma che poi avessero litigato, promettendo però di tornare.
Si sosteneva però che al suo ritorno il mondo sarebbe durato per sempre.
I Maya
I Maya era di certo il popolo più evoluto di tutti.
Erano stanziati nell’attuale Yucatan e in parte del Guatemala.
Il loro sistema di ordinamento era simile a quello delle Poleis greche.
Avevano una lingua simile a quella Nahua, ma una scrittura molto più evoluta che è definita ideografica e sillabica, un po’ come la nostra.
Erano i più colti per vari motivi, non solo per la scrittura, ma anche perché erano ottimi medici, ottimi matematici, ottimi astronomi, etc.
Proprio dai Maya deriva la credenza che il mondo finirà il 21 Dicembre 2012, poiché loro avevano stilato un precisissimo calendario che si interrompe in quel fatidico giorno.
A differenza degli altri popoli, i Maya avevano una forte identità e ciò permise a questo popolo di non scomparire per mano dei Conquistadores fino al ‘600.
Erano molto legati alla religione e avevano molti Dei, ma non erano barbari quanto gli Aztechi sul fatto dei sacrifici umani.
Gli Incas
La popolazione degli Incas (figli del Sole), si sviluppò fra le regioni e gli altopiani andini, precisamente tra Perù e Colombia.
Parlavano il Quechua e avevano una scrittura Quibù.
Al vertice della scala sociale c’erano nobili e sacerdoti che vivevano a spese dello stato.
La capitale era Cuzco, situata a più di 3000m d’altezza.
Questa popolazione e queste zone furono rase al suolo da Pizarro e dal suo esercito.
Francisco Pizarro fu un importante conquistadores spagnolo, che partito dal porto di Panama giunse nel Perù nel 1531.
Qui mise fuori gioco l’imperatore Atahualpa e suo fratello Huascar e prese il mano la civiltà Incas, la quale impose in schiavitù.
Le civiltà precolombiane
|
Maya |
Aztechi |
Inca |
Luogo |
Messico, Guatemala, Belize |
Altopiano del Messico |
Perù |
Epoca |
II millennio a.C. – X sec. d.C. |
XIII – XVI sec. |
XV-XVI sec. |
Forma di Stato |
Città-stato autonome |
Impero |
Impero |
Organizzazione sociale |
Re Funzionari e sacerdoti Artigiani, commercianti e mercanti Contadini Schiavi |
Imperatore Aristocrazia di guerrieri Sacerdoti Uomini liberi Servi Schiavi |
Re-dio Nobili Religiosi Capi militari contadini |
Capitale |
Vari centri autonomi |
Tenochtitlàn |
Cuzco |
Religione |
Politeista: si basava sul culto del Sole e altre divinità minori. I riti religiosi imponevano digiuni, astinenze e donazioni di sangue umano alle divinità. |
Politeista: le divinità principali erano il dio della guerra e il dio Sole; per placare gli dei praticavano sacrifici umani |
Politeista: si veneravano il dio Sole e altre divinità che rappresentavano elementi della natura. |
Economia |
Agricoltura (legumi, zucca, pomodoro, cotone, tabacco, cacao e mais) |
Agricoltura (mais). Commercio |
Agricoltura ( fondata su un ingegnoso sistema di irrigazione, sul terrazzamento dei pendii e sulla concimazione); coltivavano patata e mais. Allevamento: lama e alpaca |
Aspetti culturali |
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Crearono un sistema stradale efficiente e complesso Servizio postale Non esisteva la proprietà privata |
Hernan Cortes e lo sfruttamento degli Indios.
Cortés, Hernán Uno spagnolo alla conquista del Messico
All'inizio del Cinquecento, in poco più di due anni, lo spagnolo Hernán Cortés conquistò il Messico e distrusse l'antico impero degli Aztechi. La conquista di questi nuovi territori fu molto importante per la corona di Spagna, che costruì un grande impero in America sfruttando le ricchezze delle terre appena scoperte
Alla ricerca dell'avventura Nel 1511 gli Spagnoli conquistarono l'isola di Cuba nelle Antille. Anche Hernán Cortés prese parte a quella spedizione: aveva poco più di vent'anni e girava il mondo in cerca di fortuna. Gli Spagnoli, dopo aver saccheggiato tutte le ricchezze delle Antille, decisero di tentare nuove avventure sulle coste del Golfo del Messico e organizzarono alcune spedizioni.
Così nel 1519, al comando di Hernán Cortés, partì dalle Antille un piccolo esercito di undici navi con circa cinquecento uomini, sedici cavalli e una decina di cannoni. Appena sbarcato sulle coste messicane, Cortés fondò una città-fortezza, Veracruz, e iniziò la sua marcia nel cuore del continente americano nel territorio degli Aztechi. L'obiettivo di Cortés e della corona di Spagna era quello di conquistare nuovi territori e di impossessarsi delle loro ricchezze.
La sconfitta degli Aztechi
Quando arrivarono gli Spagnoli, gli Aztechi si erano stabiliti in Messico già da molti secoli: avevano fondato un grande impero e la loro capitale era Tenochtitlán, una città bellissima, tra le più grandi al mondo. Gli Aztechi avevano anche sottomesso con la forza tutte le altre popolazioni della regione. Mentre si avvicinava alla capitale azteca, Cortés strinse alleanza con tutte le popolazioni scontente del dominio azteco e ingrossò così le fila del suo piccolo esercito. Al suo arrivo a Tenochtitlán Cortés venne ricevuto con amicizia dall'imperatore Montezuma II; poco dopo, però, Cortés lo fece arrestare.
Dopo l'arresto di Montezuma II scoppiò un'insurrezione contro gli Spagnoli e lo stesso imperatore azteco morì durante i disordini. Preoccupato, Cortés decise di abbandonare la capitale con il suo esercito per riorganizzare le forze. L'anno seguente strinse d'assedio la zona intorno a Tenochtitlán e dopo una terribile carneficina conquistò la città e la rase praticamente al suolo (1521). In poco più di due anni (1521-22) Cortés era riuscito a conquistare tutto il Messico e a distruggere l'impero degli Aztechi.
Circa dieci anni più tardi lo spagnolo Francisco Pizarro conquistava anche il territorio degli Inca, in America meridionale: nel 1533 la capitale dell'impero, Cuzco, veniva saccheggiata e l'imperatore Atahualpa assassinato.
Cortés e la Nuova Spagna
Nel 1522 Cortés fu nominato dal re governatore e capitano supremo della Nuova Spagna: così gli Spagnoli chiamarono allora il territorio del Messico. Egli si dedicò a riorganizzare il paese e favorì la diffusione del cattolicesimo. L'oro e l'argento estratti in enormi quantità nelle miniere messicane furono inviati in Spagna: anche gli splendidi gioielli degli Aztechi furono fusi in lingotti d'oro e caricati sulle navi. I conquistadores furono premiati dalla corona spagnola per le loro guerre di conquista e poterono amministrare le nuove terre con grande autonomia. Le popolazioni americane furono ridotte in schiavitù e costrette a lavorare in condizioni durissime nelle miniere e nelle piantagioni di caffè, di cotone, di zucchero e di mais.
I Conquistadores erano soldati mandati dalle nazioni più potenti nel Nuovo Mondo a fine di sfruttare e depredare le civiltà che vivevano lì.
Infatti questi luoghi erano molto ricchi di oro e di spezie che allora erano usate per vari scopi, da quelli medici fino allo scopo principale, ovvero quello di mascherare gli odori e il sapore
degli alimenti che erano oramai scaduti.
Il più famoso conquistadores fu senza ombra di dubbio Hernan Cortes (1485-1547).
Partito dal porto di Santiago de Cuba nel 1518, giunse nello Yucatan nel 1519 con 500 uomini e nel Novembre arriva alla capitale Azteca di Tenochtitlan e qui inizia un lungo e violento assedio al
popolo Azteco che nel giro di qualche anno viene completamente distrutto, così come la magnifica capitale.
La caduta di Tenochtitlan arriva il 13 Agosto 1521.
Ma perché gli spagnoli, che erano molto meno numerosi dei loro rivali riuscirono a distruggerli senza troppi patemi d’animo?
Le cause di ciò sono molteplici.
Innanzitutto gli spagnoli erano molto più sviluppati e avevano navi ingenti, polvere da sparo, cani addestrati che venivano visti come dei demoni dagli aztechi, cavalli, etc.
Ma questa non fu la ragione principale dello stermino degli indios, che ricordiamo prima dell’arrivo degli europei erano circa 30/40M e in breve tempo dopo l’arrivo di quest’ultimi divennero
circa 3/4M.
Non è da escludere il fatto che molti morirono a causa di malattie, perché molte furono i virus portati dagli spagnoli, e gli indios non avendo gli anticorpi necessari rischiavano di morire anche
per un semplice raffreddore.
Poi, altro fattore a favore degli uomini di Cortes fu il fatto che gli aztechi sottomettevano molto popoli e questi ne erano stufi, allora gli spagnoli riuscirono a farli alleare con loro e ciò
fu un’importante carta a favore della vittoria finale.
Ma la causa principale che portò alla distruzione soprattutto della civiltà Azteca è un altro.
Abbiamo in precedenza accennato a Quetzalcoatl, come detto si pensava che se fosse ritornato durante il “Grande Anno”, il Sole non sarebbe più stato in pericolo.
Questo Dio era identificato come un uomo alto, bianco, con barba e capelli lunghi proveniente dall’est, e tutto ciò si reincarnava perfettamente in Hernan Cortes, e per di più quest’ultimo sbarco
nello Yucatan proprio durante questo “Grande Anno”.
Allora Cortes fu scambiato per Quetzalcoatl e riuscì con facilita a far deporre l’imperatore Moctezuma II e potette così far molto più facilmente il suo operato.
Operato che come spiegato portò in breva alla distruzione di una meravigliosa città e allo sterminio di milioni di persone.
Bartolomé de Las Casas: un frate spagnolo contro i conquistadores
Nel 1502 il giovane spagnolo Bartolomé de Las Casas si era recato in America, nei Carabi, nelle piantagioni che aveva ereditato dal padre, un compagno di viaggio di Cristoforo Colombo. Fortemente impressionato dal comportamento violento e crudele dei conquistadores nei confronti degli Indios, Las Casas decise di prendere i voti e iniziò la sua lotta contro la riduzione in schiavitù delle popolazioni locali.
Nel 1542 Las Casas denunciò al re di Spagna le responsabilità dei conquistadores in questo sterminio. Scriveva Las Casas che gli Indios erano come delle pecore mansuete e che tra loro "entrarono improvvisamente gli Spagnoli, e le affrontarono come lupi, tigri o leoni crudelissimi da molti giorni affamati. E altro non hanno fatto, da quarant'anni fino ad oggi, ed oggi ancora fanno, se non disprezzarle, ucciderle, angustiarle, affliggerle, tormentarle e distruggerle".