Il Barocco

Con letteratura barocca si intende quell'insieme di scrittori e correnti letterarie compresetra la seconda metà del '500 e il '600, caratterizzato da estrosità, fantasia, esagerazione, gusto del bizzarro.

Sulla letteratura barocca, in particolare su quella italiana, ebbe una fortissima influenza la Controriforma, che tramite la congregazione del Sant'Uffizio, impose pesanti restrizioni riguardo agli argomenti che potevano e non potevano essere trattati, stilando ogni anno l'Indice dei libri proibiti.Fra i libri che ne fecero parte si ricordano quelli di Giordano Bruno(poi condannato al rogo nel 1600), Tommaso Campanella.


Il Barocco è una tendenza artistica e letteraria che determina una profonda trasformazione della sensibilità e gusto del passato. Si esprime durante tutto il ‘600 e raggiunge i massimi risultati in:

Italia dove prende il nome di Marinismo (da Gian Battista Marino)

Spagna dove prende il nome di Gongorismo (da Luis de Argote Y Gongora)

Francia dove prende il nome di Preziosismo (ricordiamo Vincent Voiture)

Inghilterra Eufuismo (ricordiamo John Liyly e John Donne).



Secondo alcuni studiosi il termine “ barocco” deriva dal portoghese “ barroco”, che sta ad indicare una perla irregolare e non sferica  

La denominazione “ barocco”  fu comunque usata per qualificare l’arte e la letteratura del ‘600 solo un secolo più tardi,  col fine polemico di puntare il dito contro il suo amore per la bizzarria e l’artificio.


Al contrario dell’età rinascimentale, il Barocco è interessato non all’armonia e all’ordine della natura quanto piuttosto all’anomalia, all’eccezione e al difetto.
Tale gusto è generato dalle recenti scoperte scientifiche, che avevano dimostrato che il mondo e la natura erano ben diverse da come una tradizione millenaria li aveva descritti: s’ apprende l’esistenza di nuovi continenti, s’ incontrano popoli e razze diversi dagli Europei, si scopre che la Terra gira intorno al Sole e non viceversa e che non è affatto al centro dell’Universo, e si nota che la Luna è geologicamente simile al nostro pianeta e non un elemento divino e distante. L’intero sistema conoscitivo entra in crisi e il vuoto viene colmato attraverso la ricerca e la sperimentazione, in un clima di tensione e dubbio che stimola la riflessione critica e cerca nuove basi per le certezze individuali e collettive.

Lo scrittore formula analogie, metafore e simboli che si trasformano nei fondamenti delle nuove coordinate conoscitive: s’affida all’analogia perché permette all’artista di intuire ciò che i sensi e la ragione non sanno decifrare e usa frequentemente il simbolo in quanto adeguato a spiegare fenomeni sfuggenti.


La metafora ( letteralmente “ trasposizione”) è una figura retorica antichissima che trova un largo impiego nel linguaggio barocco ,ma che si discosta dall’uso tradizionale e classico: lega infatti tra loro ambiti semantici che non sono sentiti come particolarmente vicini, e che vengono congiunti in maniera insolita e arbitraria, allo scopo di divertire e meravigliare.
Il letterato esalta sempre più il proprio 
ingegno ed acutezza ed indulge talvolta nella formulazione di esercizi letterari leziosi, bizzarri, inutili e fine a se stessi che sono destinati ad essere ripudiati dal pubblico nell’arco di qualche decennio: spesso dunque l’attenzione alla tecnica di cui gli artisti barocchi danno prova tende a trasformarsi in un noioso tecnicismo.


Il principale rappresentante della poesia barocca in Italia è Giovan Battista Marino (Napoli 1569- Napoli 1625)

 



Poesia Giuoco di dadi di Gian Battista Marino


testo

prosa

Stiamo a veder di quante palme adorna
sen vada, Amor, la man leggiadra e bianca,
mentre del mobil dado ardita e franca
travolge i punti e fa guizzar le corna.


L’aggira, il mesce, il tragge, indi il distorna,
né d’agitarlo e scoterlo si stanca;
e dala destra intanto e dala manca
stuolo aversario e spettator soggiorna.

Posto è in disparte, al vincitor mercede,

cumulo d’oro; e variar più volte
sorte il minuto avorio ognor si vede.

Felici in sì bell’urna ossa raccolte,
perché pur a le mie non si concede
in sì terso alabastro esser sepolte?


Amore, vediamo di quante vittorie ( palme)

se ne vada la bella (leggiadra) mano mentre coraggiosa (ardita) e schietta (franca, ma anche sfrontata) volta sotto sopra le facce del dado e fa girare gli angoli (le corna)


Lo fa girare, lo mescola, lo tira e poi lo lancia

e non si stanca di agitarlo e di scuoterlo,

e intanto da destra e da sinistra si è formata una folla di spettatori e di avversari


Posto in disparte, come premio per il vincitore

il gruzzolo d'oro e si vede come più volte il dado

cambi sorte


Felici le ossa ( il dado che è fatto di osso, avorio) raccolte in un recipiente ( ma urna vuol anche dire urna funeraria dove sono custodite le ossa dei morti) così bello ( la mano della donna)

Perchè anche le mie ossa non possono essere sepolte in un marmo così perfettamente pulito ( terso significa pulito perfettamente ma significa anche elegante)


METRICA:

Sonetto: 2 quartine di endecasillabi con rima ABBA e 2 terzine con rima CDC e DCD


Il poeta crea continue metafore per stupire con la sua argutezza

La mano si avvicina a quella della donna angelo, è leggiadra, bianca, ma questa donna è proprio un'altra cosa rispetto alla donna angelo: e una donna che gioca a dadi. Il poeta con la sua argutezza (ingegno) ci stupisce.

Amore è scritto maiuscolo perché è una personificazione. Su Amore c'è una doppia figura retorica: personificazione (personifica il concetto di amore)e apostrofe (gli si rivolge direttamente)

Da notare il climax, cioè un crescendo: L’aggira, il mesce, il tragge, indi il distorna,

Molto importante è l'uso della parola spettator che è tipica del teatro e non della poesia.  Il tema teatrale è tipico del Seicento.


Da notare al verso 10  "cumulo d'or": qui c'è un enjambement.


Nell'ultima terzina l'autore ci stupisce: stava parlando della donna, del dado, della vincita, ora improvvisamente parla della morte. 

Beato il dado ( Il dado è fatto di avorio quindi di osso) che ha il privilegio di essere sepolto (tenuto dentro) una bara così bella ( la mano della donna)


Figure retoriche presenti:


Metafore: Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini: le spighe ondeggiano (come se fossero un mare); il mare mugola (come se fosse un essere vivente); il re della foresta (come se il leone fosse un uomo).

Personificazione: è una figura retorica che consiste nell'attribuzione di comportamenti, pensieri, umani a qualcosa che umano non è, ad esempio: amore è un sentimento ma qui è reso persona e il poeta si rivolge ad amore come se si rivolgesse direttamente ad una persona.

Apostrofe: è una figura retorica per la quale chi parla interrompe la forma espositiva del suo discorso per rivolgere direttamente la parola a concetti personificati, a soggetti assenti o scomparsi, o anche al lettore. Quando è accompagnata da toni violenti, ironia o sarcasmo, è detta invettiva.

Climax: è una figura retorica, detta anche gradazione o gradazione ascendente, consistente nel passare gradatamente da un concetto all’altro, o nel ribadire un concetto unico con vocaboli sinonimi via via più efficaci e intensi, o nel disporre i termini di una frase in ordine crescente di valore e di forza. 

Enjambement è una figura retorica (la parola francese significa "inarcatura" ) che consiste nella continuazione di una frase al verso successivo, annullando così la pausa di fine verso. Con l’enjambement la pausa ritmica di fine verso non coincide con una pausa logica perciò la frase si spezza a fine verso per concludersi al verso successivo