Giacomo Leopardi nato a Recanati nel 1798, passò sette anni (1809-1816) nella biblioteca del padre dedicandosi ad uno studio `matto e disperato' che compromise la sua salute. Imparò le lingue e approfondì il mondo classico. I suoi primi scritti furono Storia dell'Astronomia, e il Saggio sopra gli errori popolari degli antichi, affiancati da traduzioni da Orazio, Mosco, Virgilio, Omero, Esiodo. Negli anni dell'adolescenza scrive Il primo amore (Canti), dedicato ad una cugina. Con Lo Zibaldone si verifica il passaggio `dall'erudito al bello', cioè alla poesia.

Nel 1818 con il Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica si schiera dalla parte classicista influenzando le prime due canzoni: All'Italia, Sopra il monumento di Dante ispirate ai temi della celebrazione dell'antichità e impegno civile.

Al 1819 risalgono i primi problemi alla vista, che accentuano il pessimismo sull'esistenza, accompagnato da un tentativo di fuga da Recanati. In questo periodo nascono i primi idilli cioè poesia soggettiva in cui la realtà naturale/paesaggistica diviene proiezione poetica di uno stato d'animo, tra cui ricordiamo L'Infinito

Leopardi desidera abbandonare il chiuso ambiente provinciale, parte per Roma nel 1822-1823, ma rimane deluso dall'ambiente culturale romano. 

Nel 1825, a Milano, Leopardi inizia la conversione filosofica accompagnata dalle traduzioni, dalla produzione in prosa e dalla stesura dello Zibaldone ( diario, appunti, ricordi, riflessioni filosofiche-morali dove il pensiero classico e contemporaneo si fondono sui temi di piacere - illusioni - gloria - morte) e delle Operette Morali (24 testi) in cui con tono ironico, viene esteso il pensiero pessimistico Leopardiano riguardo all'infelicità umana attraverso dialoghi di personaggi storici, mitologici, o fantastici(pessimismo storico/pessimismo cosmico). Lo stile delle Operette è controllato (classico) ma molto chiaro.
 

Nel 1827 è a Firenze, si sposta a Pisa, poi vi ritorna. Alla fine del 1828 ritorna a Recanati, dove riesce a trovare conforto solo nella poesia, infatti vengono composti i Grandi Idilli (irrimediabile vanità delle illusioni scritti in tono malinconico con rievocazioni del passato, lo stile è unitario la struttura fluisce e il linguaggio è lineare), nel 1830 si stacca definitivamente da Recanati.
La Toscana è aperta a Leopardi, che a Firenze conosce il poeta Ranieri, celebrato nei 111 Pensieri, un volume che descrive in tono sentenzioso i caratteri degli uomini e la loro condotta nella società sottolineando la sfiducia nel progresso, e s’innamora di Fanny Targioni-Tozzetti da cui non è corrisposto, celebrata nei Canti con il ciclo di Aspasia in prosa (amore come ultima illusione) (illusioni, immobilità, silenzi contro il duro destino e la crudele natura in toni satirici), aggiornati nel 1831.

Fra il 1831-31 Ranieri e Leopardi si spostano a Roma, poi Firenze, in seguito a Napoli. Napoli giova al poeta (pessimismo eroico), che rivede le Operette e i Canti, con nuova ispirazione poetica. L’Italia è lontana da Leopardi, che pubblicherà le sue opere in Francia. 
Muore nel 1939 e viene sepolto nella chiesa di Fuorigrotta, poi trasferito nei pressi della presunta tomba di Virgilio.

L’opera scritta durante tutto il corso della sua vita è L’Epistolario: raccolta in prosa, si articola fra dialoghi confidenziali, a esperienze di viaggi corredate da episodi, incontri, riflessioni. Gli avvenimenti che fanno da sfondo alla vita di Leopardi sono:Napoleone, la Restaurazione, i primi moti liberali, il Romanticismo in campo letterario, egli si scosta però da queste situazioni concentrandosi maggiormente sulle tematiche esistenziali (la fuga delle illusioni, il mito della giovinezza, crudeltà della natura). La sua parola esprime volontà di comunicare. La personalità di questo poeta ha mille sfaccettature (erudito, pensatore, filosofo).

 Giacomo Leopardi   pensiero e poetica

Nell’opera poetica di Giacomo Leopardi emerge la pessimistica concezione della vita, dominata dal dolore e dall’infelicità. Al centro della sua meditazione c’è l’uomo e il suo rapporto con la natura. Gli interrogativi ai quali cercò costantemente una risposta sono: qual è il significato della vita? Perché la natura ci condanna al dolore e alla morte? Può l’uomo conoscere il piacere e la felicità?

 

Per Giacomo Leopardi la causa dell’infelicità umana è la natura che, considerata in un primo momento buona e benigna, viene in seguito vista come «matrigna», malvagia e feroce, in quanto suscita nell’uomo speranze e illusioni che poi delude sempre. E così il pessimismo di Giacomo Leopardi da individuale, in cui il poeta trova ancora qualche conforto nella contemplazione e nell’interrogazione della natura, diventa pessimismo storico, in cui riconosce nella ragione la causa dell’infelicità dell’uomo, perché essa gli dà la consapevolezza di tale infelicità nell’età adulta, e infine pessimismo cosmico: la natura rende infelici non solo gli uomini ma tutti gli esseri del creato.
La gioia è solo momentanea, è cessazione del dolore e al di là del dolore c’è la «noia» che spegne nel cuore il desiderio di vivere. A salvare da tale abisso contribuisce senza dubbio la poesia.

 

 scheda 

Giacomo Leopardi

Formazione culturale e ambiente familiare

·                     Di famiglia nobile e reazionaria (legata alla Chiesa e privilegi ecclesiastici)  nasce/cresce a Recanati (ambiente chiuso ai contatti culturali )

·                     Studia appartato nella biblioteca del  padre

·                     Formazione classica basata sullo studio dei classici greci e latini

Pensiero politico e religioso

·         Aderisce alle istanze romantico-risorgimentali  (----> odi civiliAll’Italia e Sopra il monumento di Dante)

·         Patriottismo democratico e repubblicano

·         In seguito delusione storica (restaurazione), pessimismo storico, pessimismo cosmico

Classicismo

Il classicismo di Leopardi si ritrova nella sua

·                     Formazione culturale

·                     Linguaggio aulico e ricercato

·                     Nell’utilizzo di arcaismi e latinismi

·                     Nella sintassi elaborata

·                     Nella prosa che spesso è costruita alla “latina” (verbo in fondo al periodo, aggettivi anteposti al nome cui si riferiscono)

·                     Nella nostalgia dell’armonia del mondo classico

Rapporto con l’Illuminismo e col Romanticismo

ILLUMINISTA

Per il sensismo (la sua contemplazione parte dalla natura, la coglie attraverso occhi e vista (i sensi) e poi la interiorizza in chiave soggettiva)

 

Dell’Illuminismo rifiutaà

L’eccesso di razionalità (che distrugge le illusioni)

 

ROMANTICO

Per il soggettivismo

Per il concetto del Genio artistico

Per il rapporto conflittuale uomo-natura

Per il pessimismo storico (che poi in lui diventa “pessimismo cosmico)

Per l’uso dei vocaboli che rimandano all’infinito e all’indeterminato

 

Del romanticismo rifiuta-à

L’esotismo

Temi della sua opera

·                     La storia e i fatti contemporanei (Odi Civili)

·                     La Natura (madre e matrigna)

·                     Sé stesso (la propria infelicità, l’amore per Silvia, l’ansia di infinito, il rapporto conflittuale con Recanati)

 

Pubblico

 

Colto, elitario

Scopo della sua poesia/prosa

Dilettare facendo poesia

Rapporto con la natura

Nelle Operette Morali

·                     Natura personificata

·                     Sublime (perché stupisce l’uomo e lo fa sentire fragile)

 

Negli Idilli

·                     Natura recanatese che “racconta” la vita quotidiana, il lavoro e  le fatiche del mondo contadino