Le Tre Grazie è un'opera scultorea di Antonio Canova che ritrae le tre famose dee della mitologia greca
I
In Italia i più importanti esponenti della letteratura neoclassica furono Ludovico Savioli, Giuseppe Parini, Vincenzo Monti e Ugo Foscolo.
Alla metà del XVIII secolo gli scavi archeologici ad Ercolano e Pompei e gli studi archeologici di Winckelmann determinarono la diffusione di stampe riproducenti monumenti, sculture e pitture ritrovate in quella occasione. Grazie all'opera di Winckelmann si affermò un gusto per l'antichità vista come modello di armonia di proporzioni e perfezione (Winckelmann definì l'arte greca come sublime esempio di "nobile semplicità e serena grandezza"). Il modello neoclassico passò dalle arti figurative alla letteratura dove il gusto classicheggiante aveva imperato nella prima metà del secolo (basti pensare all'Accademia dell'Arcadia). Il poeta franceseAndré Chénier scrisse che "sopra pensieri nuovi facciamo versi antichi". Viene affermato così il valore assoluto della Bellezza come supremo ideale dell'esistenza, e identificata nell'armonia mista alla grazia, espressa attraverso la serenità che nasce dal superamento delle passioni, l'equilibrio dei sentimenti, il rapporto preciso delle proporzioni. La patria ideale diventò la Grecia classica, sede di un comune patrimonio spirituale, terra sognata dove giungere per evadere da una realtà che spesso appariva deludente.
In Italia il Neoclassicismo raggiunge il suo apice alla fine del Settecento in ambito artistico con le opere scultoree di Antonio Canova, mentre in ambito letterario i nomi più importanti sono quelli di Vincenzo Monti (1754-1828) e Ippolito Pindemonte (1753-1828), figure emblematiche del periodo, entrambi traduttori di un poema omerico, Monti l’Iliade, mentre Pindemonte l’Odissea. Pindemonte, nei suoi componimenti poetici, come Poesie campestri, si ispira in particolare a Orazio e Virgilio (le Bucoliche in particolare), accogliendo la poetica del “giusto mezzo” del primo e i toni bucolici del secondo, mentre I cimiteri del 1806 avvicinano il poeta alla produzione notturna e sepolcrale (e preromantica) europea.
Vincenzo Monti, poeta ufficiale del regime napoleonico nel 1805, si presenta come unautore eclettico e raffinato, pronto ad accogliere influssi dai diversi movimenti dell’epoca: al Neoclassicismo appartengono le odi Prosopepea di Pericle (1779) e Al signor di Montgolfier (1784), al Romanticismo i Pensieri d’amore del 1783; mentre le sue opere teatrali uniscono aspetti delle due poetiche, come l’Aristodemo del 1786. Opera incompiuta, ma significativa dell’autore è il poema in endecasillabi Prometeo (1797), in cui sono presenti suggestioni classiche unite a immagini del mondo contemporaneo. Con questo poema Monti inaugura la stagione poetica napoleonica, che raggiunge l’apice nel decennio 1804-1814, con il poema Il Bardo della Selva Nera, celebrazione della battaglia di Austerlitz. Continuatore e antagonista della poetica montiana è Ugo Foscolo (1778-1827) che nella sua opera coniuga con raffinata abilità istanze neoclassiche e romantiche.
l "neoclassicismo",
in letteratura
inglese, è associato con gli scrittori del primo XVIII secolo, tutte eredità di John Dryden di Milton.
Il maggiore dei poeti greco-latini da cui si ispirarono era Publio Virgilio Marone. I maggiori scrittori del periodo sono Daniel Defoe, Jonathan Swift, Alexander Pope.
In Francia, il neoclassicismo è tipico del teatro di Jean Racine, con i suoi versi bilanciati, limitatezza nelle emozioni, rifinimento nell'espressione, senza eccessi, la sua consistenza artistica, così che il tono tragico non era compensato da momenti di realismo o humor (come in Shakespeare), e la sua aderenza formale alle "unità classiche" riprese dalla Poetica di Aristotele.