Il romanzo è un testo narrativo in prosa, di una certa ampiezza, che tratta di vicende reali o fantastiche. Si distingue dal racconto per la lunghezza, ossia per la narrazione più estesa, ma soprattutto per la maggiore complessità e ricchezza dell'intreccio, delle vicende e dei personaggi.
Per riassumere possiamo ricordare che il romanzo:
Nasce in Grecia tra il 3 e il 2 secolo d.c = genere letterale di intrattenimento (poesia).
In Francia nel medioevo 1100 troviamo il romanzo cavalleresco ( in versi).
Nel 1500 il romanzo è in poesia.
Nel 1600 in Spagna abbiamo la nascita del romanzo moderno con il Don Chisciotte di
Miguel de Cersantes [1605-1615].
Tra il Cinquecento e il Seicento nacque il romanzo moderno con il Don Chisciotte dello scrittore spagnolo Miguel de Cervantes Saavedra.
In Francia troviamo invece l'origine del romanzo psicologico moderno con Madame la Fajette. (1634-1693) con il romanzo "La principessa di Clèves".
IL ROMANZO di DON CHISCIOTTE:
- contenuti= avventure di un cavaliere che si crede uscito da un romanzo
cavalleresco e del suo scudiero.
-temi= sogno e follia,viaggio e libertà, caratterizzazione
psicologica.
-significato= l'esplorazione di nuove possibilità dell'
individuo.
Struttura: racconto principale all' interno inserti narrativi (cioè
racconto nel racconto).
Nel Settecento, poi, il romanzo divenne un genere letterario vero e proprio, in grado di descrivere e rappresentare i vari aspetti della nuova realtà sociale borghese. E' di questo periodo, ad esempio, il romanzo Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Nell'Ottocento il romanzo raggiunse la massima diffusione/popolarità e diventò nel Novecento la più grande espressione narrativa in quanto specchio dell'evoluzione del costume e delle trasformazioni sociali contemporanee.
INTRODUZIONE AL ROMANZO
ROMANZO: narrazione quantomai ampia condotta in prima o terza persona e le azioni sono ambientate in un ambiente storico o immaginario che può essere contemporaneo o ambientato nel passato.
NOVELLA: molto più corta, meno strutturata e meno personaggi.
Nell' 800 si fa fatica a distinguere questi due generi perché esistono il romanzi brevi e le novelle lunghe, come "L'amico trovato
STORIA DEL ROMANZO
Ha origini antichissime, persino nel mondo orientale con i Sumeri, gli Assiri e gli Egizi, dove però erano solo "racconti" di guerra o di religione, come la Bibbia, chiamati poi "romanzi" dai critici.
Nel mondo occidentale, i primi a scrivere romanzi, furono i Greci tra la fine del II e l'inizio del I secolo a.c. Il primo testo ritrovato è "Il romanzo di Nino", i cui temi sono l'avventura e le storie d'amore, perché questi temi rispecchiavano i gusti delle classi che erano ormai annoiate dal Poema Epico. Infatti, il genere epico narra imprese di eroi e semidei con antenati mitici, e di conseguenza sono espressione di una cultura aristocratica, perché quest'ultimi si rivedono in questi valori.
La società evolvendosi non si rivede più in quei valori, ma si rivede nell'avventura e nelle storie d'amore.
Oltre al romanzo, al popolo piaceva molto anche la "Commedia" , perché i protagonisti erano gente comune con problemi comuni.
Per tutti questi motivi, nel mondo antico, il romanzo e la novella vengono adottati dal popolo e non dai dotti, che li consideravano "Letteratura bassa" perché leggendoli, ci si divertiva solo senza imparare niente.
Nel mondo latino troviamo il famoso romanzo "Satirycon" di Petronio nel I sec. a.C. e la "Metamorfosi" di Apuleio.
I Greci e i Latini, non chiamavano però quelle narrazioni "romanzo", ma "Storie", "Racconti mitici", "Racconti drammatici" a seconda del tema trattato.
L' origine del termine "romanzo" deriva dal latino "Romanicae loqui" che significa "parlare in lingua latina". Infatti per i Latini era importantissimo parlare in latino, perché chi non lo parlava era considerato "barbaro".
Con le invasioni barbariche, la lingua si evolve, passando dal "latino puro" al "volgare". La lingua dei dotti resta sempre il latino, mentre per i poveri, diventa il volgare. Il termine "romanicae" si trasforma così i "Romanz" dal quale deriva il nostro "Romanzo".
Il volgare è la lingua dei "Romanzi cavallereschi" , che sono lunghe narrazioni, inizialmente in versi, con tema principale le avventure e le storie sentimentali di un eroe: quindi il romanzo cavalleresco deriva dal poema epico. Inoltre è scritto in volgare ed è indirizzato ad un pubblico che vive all'interno delle corti o dei castelli , verrà infatti chiamato anche "Romanzo cortense".
Il romanzo cortense è un romanzo di intrattenimento ma allo stesso tempo esprime valori e ideologie che appartengono alla classe dei " Cavalieri" : esponente di una piccola nobiltà che non ha né terre né feudi. I figli maggiori ricevevano l'eredità, gli altri si mettevano al servizio di un signore e con la cerimonia di investitura diventavano "protettori" del signore che li manteneva all'interno della propria corte.
Infatti i giovani cavalieri partivano l'avventura per conquistare terre per il proprio padrone e un proprio ruolo nella società. Quindi il tema principale dei romanzi cavallereschi è la avventura. All'interno di questa avventura vi sono alcuni elementi simbolici:
-CORTE: luogo di vita serena;
-FORESTA: incertezza, paura. Il mondo sconosciuto pieno di pericoli.
Caratterizzante e anche l'intreccio, perché attorno al avventure del protagonista si sviluppano molte altre storie di altre persone. Es: " Orlando furioso", "Orlando innamorato".
Fino al 1500 la forma narrativa prevalentemente adottata è in versi per il romanzo e in prosa per la novella. Il romanzo si trasforma in romanzo moderno quando compare un romanzo di Rabbelais spazio chiamato "Gargantuà e Pantagruell". Opera fondamentale per lo sviluppo del romanzo a partire dal 700 fino all'900.
Utilizzando una materia popolare che aveva avuto una larga diffusione attraverso l'opera dei cantastorie, Rabbelais racconta in chiave conca la vita di tre giganti padre, figlio e nipote rispettivamente, Gransauser, Gargantuà e Pantagruell che è detto Panurge. Sotto le apparenze della vicenda favolosa lo scrittore svolge una critica notevole dei costumi, della mentalità, delle istruzioni culturali ormai invecchiate e sono passate che ancora dominavano la società francese del tempo, denunciando in particolare l'arretratezza, l'ipocrisia degli aristocratici, l'intolleranza religiosa e l'ideologia dei potenti e dei cosiddetti uomini di cultura.
Con una vena comica esalta l'immagine fisica e i suoi bisogni più fisici e naturali, e con beffarda polemica critica la raffigurazione troppo idealizzata dell'uomo così come questo appare nei romanzi cavallereschi: il romanzo evidenzia la sua modernità anche sul piano linguistico perché capovolge i modelli della tradizione letteraria antica, cioè non più un linguaggio ricercato e aulico ma crea una lingua colorita, ricca, ed espressiva, mescolando elementi colti e plebei.Attingendo quindi al greco, al latino e ai dialetti francesi.
Il 550 e 600 vedono la nascita dei " romanzi Picareschi", che sono gli uomini di strada.
Questi romanzi nascono in Spagna, hanno una narrazione in prima persona e si basano sulle avventure dei Picari cioè vagabondi che per sopravvivere ricorrono ad ogni sorta di inganno e raggiro nei confronti del prossimo. In sostanza i picari sono degli ANTIEROI perché alle qualità di grandezza e di nobiltà d'animo dei romanzi cavallereschi iMpongono quelle qualità più infime come la furbizia e l'arte di arrangiarsi. In questi romanzi si afferma la rappresentazione della vita reale, colta nei suoi aspetti più umili della quotidianità. Questo modo si definisce realistico o mimetico poiché nell'opera letteraria era presentata la vita così come è senza alcuna idealizzazione facendo del romanzo una sorta di imitazione ( mimesi ) della realtà.
L'influenza di questo romanzo la sentiamo anche nel romanzo del 900.
La grande differenza del romanzo ebbe inizio nel 600 quando si formò un pubblico di lettori che non era più limitato alla corte, ma comprendeva tutti borghesi. Il romanzo che ora si rivolge ad un pubblico molto più ampio e diverso si rinnovò e si diversificò. Un capolavoro del 600 è " Il Donchisciotte della manche" di Miguel de Cervantes. Anche questo romanzo si presenta come una satira dei romanzi cavallereschi e della letteratura aristocratica. Infatti il protagonista del romanzo è un gentiluomo di provincia, che reso folle diventa incapace di distinguere tra falso e realtà, illudendosi di essere l'ultimo rappresentante della gloriosa stirpe dei Palatini. Infatti come un cavaliere errante, egli compie una serie di avventure con conseguenze tragiche e grottesche, in un mondo che si rivela meschino, avido e egoista e che non concede più nulla ha gli ideali e ai miti eroici della cavalleria.
Nel 700 nasce l' Illuminismo.
Nel 700 la progressiva affermazione sociale di una borghesia benestante e colta, induce alla trasformazione del romanzo. In Inghilterra al ampliarsi del numero dei lettori disposti a comperare giornali e libri di ogni genere, stimola lo sviluppo dell'industria editoriale, che fa crescere il numero degli scrittori che si guadagnano da vivere scrivendo romanzi dato che questo genere è diventato il più famoso. I romanzi vengono pubblicati in più libretti per essere più facilmente trasportati. Sono opere che in tutto e per tutto rispecchiano il pubblico borghese a cui sono rivolte interpretandone gusti e sensibilità. I romanzi assieme ai giornali sono anche il mezzo più utilizzato per diffondere nuove idee, ideali e modelli di comportamento, sia che abbiano le forme del romanzo di avventura, sia quelle del ritratto di persone o di ambienti ( I viaggi di Guliver e Robinson Crusue). C'è un romanzo importantissimo che pone al centro la scoperta dell'individuo e della società, è il secoli in cui gli scienziati, i medici, i filosofi si proposero di comprendere attraverso un'analisi scientifica l'uomo nella sua totalità, fisica e morale, individuale e sociale. Nacquero così la sociologia, la psicologia, antropologia e l' etnologia.
In questo momento nasce il è "mito del buon selvaggio". Si sviluppa un confronto tra natura e civiltà che diventa il tema centrale per la cultura illuministica; e la funzione del romanzo del 700 è quella di educare, perché è affidata a questo genere la diffusione di idee e di valori borghesi.
Voltaire, filosofo illuminista,è l' autore di un romanzo che si fa carico di ciò che abbiamo detto: " candido ovvero l'ottimismo" che fu una romanzo caratterizzante per quel secolo.
ILLUMINISMO
Con l' Anziane Regime si ha solito indicare il periodo che precede la Rivoluzione Francese. Tale periodo era caratterizzato da strutture sociali di tipo feudale, organizzato gerarchicamente con un sistema detto di " stati" o "ordini". La nobiltà e il clero che avevano in mano le ricchezze, erano gli ordini più importanti, infatti il potere era in mano alla monarchia che l'esercitava in modo assoluto. Poi, lo sviluppo del commercio, dell'artigianato e dell'industria, aveva concesso un potere economico alla borghesia, ma questa però non ha potere politico e quindi avanza delle preteste dato che erano i più produttivi.
Inoltre c'erano notevoli differenze tra i vari Stati europei. In Inghilterra dove la monarchia era costituzionale il potere del re non era illimitato. In altri Stati, come l'Austria il potere del sovrano benché fosse assoluto era mitigato da un governo " illuminato" cioè il sovrano concedeva delle riforme per migliorare la vita dei sudditi.
Anche in Italia si ebbe il " dispotismo illuminato" a Milano, a Napoli e in tutta la Toscana: tutti i Stati nei quali i sovrani concedevano varie riforme per aiutare sudditi.
In quasi tutti gli Stati europei, la borghesia accresciuta la propria importanza sociale aspirava ad ottenere un adeguato riconoscimento politico al fine di promuovere un rinnovamento delle strutture economiche e sociali che era essenziale per la sua stessa crescita. In tale contesto storico si pone la Rivoluzione Americana, che porta avanti principi di uguaglianza, libertà e democrazia che allora erano già al centro delle dibattito culturale in Europa, tant'è che la rivoluzione ebbe ripercussioni notevoli anche nel nostro continente e in particolare in Francia perché molti francesi avevano sostenuto le colonie nella lotta contro l'Inghilterra recandosi personalmente a combattere in America. Da costoro, la convinzione di doversi ribellare anche in Francia (1789).
Con la Rivoluzione Francese la borghesia conquista il potere e oltre a promuovere una trasformazione economica, sociale e politica, essa è portatrice di una propria cultura; alla valutazione dell'uomo operata in base alle distinzioni di nascita e alle origini più o meno nobili, essa oppone la considerazione delle qualità proprie dell'individuo e delle sue capacità. Questa trasformazione culturale di valori umani sia ha durante il periodo dell'Illuminismo che durerà per tutto il 700.
L'Illuminismo è una corrente di pensiero caratterizzata da una illimitata fiducia nelle possibilità della ragione umana: secondo tale concessione, gli uomini guidati dal lume della ragione, avrebbero potuto vincere e sconfiggere l'ignoranza e cancellare le abitudini, la idee, i valori ereditati dal passato e soprattutto annullare quei privilegi che erano in mano a pochi, cioè in mano al re, ai nobili, al clero (esenzione dalle tasse, diritto di accedere alle cariche pubbliche). Gli illuministi considerati al lume della ragione sarebbero apparsi irrazionali e inaccettabili, così come sarebbe apparsa inaccettabile la monarchia assoluta con carattere divino. E Gli illuministi erano convinti di poter costruire una società a misura d'uomo seguendo la natura e secondo le loro idee agli intellettuali spettava il compito di progettare e formare una nuova società. Una società più giusta in cui sarebbero scomparse la guerra, la miseria e la violenza.
Dall'750 troviamo i concetti illuministi ci anche in Inghilterra. Questo paese appare come uno stato modello per l'organizzazione politica e culturale, è qui infatti che nascono il prototipi dei giornali moderni, le riviste politiche, ecc. La formula che riscuote più successo è quella dei giornali che oltre a dare importanza alle notizie, trattano anche di problemi di vita quotidiana e di argomenti morali e di costume. Tutti ormai leggono nei caffè e si discute insieme riguardo alla vita pubblica. La stessa funzione la svolge romanzo.
I 700 e anche l'età della rivoluzione industriale che inizia in Inghilterra nel 1750 con l'introduzione di macchine perfezionate che permettono di accelerare la produzione delle merci. Tutto ciò se da una parte migliorerà il tenore di vita generale dall'altra parte getta sul lastrico migliaia e migliaia di disoccupati poiché scomparvero le piccole officine che vennero sostituite dalle grandi fabbriche dove vi lavoravano sia le macchine sia le persone (anche donne e bambini) per molte ore e con poca retribuzione. Comunque il progresso fu associato allo sviluppo tecnologico. L'idea che il progresso scientifico, tecnologico, industriale assicurerà una nuova era di felicità e di benessere per tutti è uno dei grandi miti del secolo.
Ma seguito dal mutare della situazione storica, si affievolisce la fede illuministica della forza della ragione e cresce l'insoddisfazione nei confronti del progresso perché le ingiustizie dell'organizzazione sociale porteranno alla nascita di un nuovo stato di cose.
Voltaire rinnega ai valori dell'Illuminismo.
ROMANZO DELL'800
Il romanzo moderno è popolare in Europa fine 700 in quanto esso rispecchiava gusti e interessi della borghesia. In Italia il romanzo tardò ad entrare in quanto mancava una classe borghese. In Italia c'era la novella e il poema cavalleresco perché che erano mirati all'intrattenimento. La novella e il romanzo cavalleresco analizzano avvenimenti singoli e non hanno come il romanzo la visione completa di una classe sociale. Quando si affermerà il romanticismo ci sarà un forte dibattito tra i nostri intellettuali per quanto riguarda i generi narrativi: da una parte quelli della rivista " Conciliatore" assunsero alla difesa del romanzo come genere letterario importante ma altri non lo accettarono.
Fra i primi ad utilizzare il romanzo troveremo Alessandro Manzoni con il "Romanzo Storico". Insieme al romanzo storico in Italia esiste anche il "Romanzo Epistolare".
Il romanzo nel tempo: origini e storia
Il romanzo è un genere letterario antichissimo. Le sue lontane origini si possono, infatti, individuare in alcune forme narrative delle letterature orientali assiro-babilonese, egiziana, siriana,
armena, araba. Durante il Medioevo, a partire dal XII secolo, in Francia e in Italia vennero chiamati romanzi vari tipi di narrazione, in versi o in prosa, che riproponevano in una lingua romanza
gli stessi argomenti e le stesse mescolanze di realtà e di fantasia che caratterizzavano i poemi epici cavallereschi.
I vari tipi di romanzo
Sulla base dei contenuti si possono distinguere diversi tipi di romanzo:
romanzo d'avventura,
romanzo storico (è un misto di storia e di invenzione; esso infatti ambienta avvenimenti inventati in un'epoca storica più o meno rigorosamente ricostruita, oppure narra avvenimenti immaginari intorno a un personaggio storico.),
romanzo d'ambiente,
romanzo sociale (dà particolare risalto all'ambiente sociale che fa da sfondo alle vicende allo scopo di rappresentare la vita che vi si svolge così com'è nella realtà; si distingue dal romanzo d'ambiente per la precisa attenzione ai fatti sociali e per le caratteristiche di "denuncia" che spesso assume),
romanzo psicologico (analizza, più che i fatti e gli ambienti, le tensioni, i conflitti interiori di uno o più personaggi)
romanzo fantastico,
romanzo giallo,
romanzo nero,
romanzo rosa
romanzo di fantascienza.
E' bene ricordare che questa classificazione non deve essere presa in modo troppo rigido. Infatti, in uno stesso romanzo, possiamo ritrovare aspetti e caratteristiche propri di altre tipologie.
La struttura del romanzo
I romanzi sono tutti diversi l'uno dall'altro per una serie di elementi: l'argomento, l'ambientazione, le scelte formali, linguistiche ed espressive utilizzate dall'autore. Tuttavia, in tanta diversità, si può individuare uno schema unico, per quanto generale, che costituisce la struttura tipo cui gran parte dei romanzi sono riconducibili:
I personaggi
Personaggi principali e secondari - In un romanzo sono presenti numerosi personaggi. A seconda dell'importanza che assumono nella narrazione si distinguono in:
Personaggi principali: svolgono un ruolo centrale, importante nella vicenda;
Personaggi secondari: svolgono un ruolo di secondo piano, di minore importanza rispetto a quello dei personaggi principali.
Possono essere: a) secondari, ma importanti nello sviluppo delle vicende quando le loro azioni incidono sugli eventi narrati; b)secondari, di scarsa importanza quando assumono il ruolo di
semplici "comparse".
I ruoli dei personaggi - A seconda, invece, del ruolo che riveste nel romanzo, un personaggio può essere:
il protagonista: è il personaggio principale, sempre al centro della narrazione;
l'antagonista: è il personaggio che ostacola il protagonista, che assume il ruolo di avversario del protagonista;
l'aiutante: è il personaggio che aiuta, favorisce il protagonista. Diventa però falso aiutante quando per paura, per viltà o per interessi personali tradisce il protagonista.
Il narratore
L'autore e il narratore. - Normalmente si crede che colui che racconta i fatti in un romanzo sia l'autore, e di fatto i termini "autore" e "narratore" nella lingua comune sono per lo più usati
come sinonimi. In realtà però:
I diversi tipi di narratore - Il narratore, a seconda del rapporto che, per scelta dell'autore, ha con i fatti che racconta, può essere:
narratore interno: quando è presente nella vicenda, cioè quando è uno dei personaggi della vicenda, e quindi narra in prima persona (io narrante) i fatti di cui è protagonista o testimone;
narratore esterno: quando è estraneo alla vicenda che narra in terza persona.
Il punto di vista del narratore
Possiamo individuare tre diversi punti di vista:
punto di vista illimitato o "a focalizzazione zero": quando il narratore ne sa più dei personaggi o, comunque, è in grado di raccontare non solo quello che essi vedono o sanno, ma anche quanto essi non possono sapere; conosce i loro intimi pensieri senza che essi li esprimano, vede quello che essi non vedono, sa spiegare quello che essi non sanno spiegare; conosce tutto del passato e delle vicende dei personaggi. Il narratore in questo caso è un narratore onnisciente (che sa tutto);
punto di vista parziale e limitato o "a focalizzazione interna": quando il narratore sa solo quanto sanno i personaggi o il personaggio di cui adotta il punto di vista. La conoscenza che ha degli eventi e dei personaggi è quindi parziale e limitata ed egli apprende le cose a mano a mano che le apprende il suo personaggio;
punto di vista rigorosamente esterno o "a focalizzazione esterna": quando il narratore è soltanto uno spettatore estraneo alla storia; si limita a narrare i fatti come accadono, senza riferire ciò che provano o pensano i personaggi; si limita a registrare i dialoghi dei personaggi e a descrivere le loro azioni e i luoghi in cui agiscono mantenendosi rigorosamente esterno ai fatti.
Il romanzo moderno nasce in Spagna nei primi decenni del XVI secolo nella forma del Romanzo picaresco. E’ questo un genere basato sulle vicende, spesso comiche e di un crudo realismo, del picaro (imbroglione), termine che stava ad indicare un individuo che viveva di espedienti illeciti, un vagabondo ed un furfante tenuto ai margini della società.
Esempi più famosi: Vida de Lazarillo de Tormes (1554 - anonimo) e Guzman de Alfarache (1599 di Mateo Aleman).
Il mondo dei romanzi picareschi è un mondo sempre negativo , la cui descrizione avviene nella forma della parodia, che ritroviamo, come dissacrazione e capovolgimento del romanzo cavalleresco, in uno dei capolavori della narrativa spagnola, il Don Chisciotte di Miguel Cervantes, pubblicato tra il 1605 e il 1615, un testo più maturo dei precedenti, che risente sia del genere cavalleresco sia di quello picaresco, pur non essendo classificabile con nessuno dei due.
In Inghilterra, invece, lo spirito picaresco, dissacratore ed eversivo, si intreccia con i valori della borghesia in ascesa: intraprendenza, attivismo, risparmio, profitto. Il romanzo settecentesco viene generalmente denominato romanzo borghese proprio perché è il ritratto dei costumi della borghesia, dei suoi valori morali e politici. Lo sviluppo della classe borghese e la diffusione dell’alfabetizzazione comportano, inoltre, la progressiva creazione di un pubblico di massa, al qual gli autori di romanzi si rivolgono, per ottenerne il consenso, con uno stile semplice e diretto, ponendosi in termini critici e di rottura nei confronti del canone letterario e attirandosi per questo i giudizi negativi dei letterati tradizionalisti, che tendono a considerarli scrittori di bassa levatura artistica.
I romanzieri spesso scelgono di raccontare in prima persona (punto di vista interno alla narrazione), per dare al lettore l’impressione di trovarsi di fronte a fatti reali (come avviene, ad esempio, nei romanzi di Defoe Robinson Crusoe e Moll Flanders).
Si diffonde inoltre la forma epistolare in cui l’intreccio si dipana attraverso le lettere che il protagonista scrive ad un amico o che si scambiano due o più interlocutori (es: Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos).
Tutti i personaggi, compreso il protagonista si muovono su un piano di sostanziale parità tra di loro e nei rapporti col lettore, e scompare la figura dell’eroe intesa come personaggio straordinario che si distingue dalla massa ( si pensi agli eroi dei poemi cavallereschi). Il rapporto che lega il lettore col protagonista non è più fondato sulla distanza, sulla diversità, bensì sulla simpatia che nasce dall’immedesimarsi nelle vicende dei personaggi principali, che sono uomini e donne comuni. La svolgimento dei fatti è chiaro e semplice e il tempo della narrazione coincide, generalmente, con la successione logico- temporale degli eventi; questi sono popi collocati nella realtà contemporanea, della quale vengono riproposti i valori dominanti della borghesia : la capacità di comprensione razionale degli eventi, l’intraprendenza, il buon senso, la volontà di affermazione individuale nel lavoro e nelle relazioni sociali.
L’atto di nascita del romanzo moderno e borghese è segnato dalla pubblicazione, in Inghilterra, nel 1719, del Robinson Crusoe di Daniel Defoe. Grande successo della pubblicazione che supera il romanzo picaresco e va nella direzione del moderno romanzo di formazione, una forma di romanzo in cui il protagonista racconta in prima persona la propria vita, intesa come un’esperienza conclusa che gli ha permesso di conoscere il mondo e se stesso e di imparare a superare le difficoltà che di volta in volta gli si sono presentate.
Il picaro è l’incarnazione dell’arte di arrangiarsi dei poveri, Robinson Crusoe, Moll Flanders e Lady Roxana ( i protagonisti dei capolavori di Defoe), rappresentano un tipo di affermazione individuale del tutto nuova, fondata sull’intelligenza, sulla volontà, sulla capacità. Per Defoe e per i suoi personaggi, la povertà è una delle colpe più gravi, l’operosità una delle virtù più grandi.: i suoi personaggi sono protagonisti attivi , sono una forza propulsiva del capitalismo che si sta affermando in Inghilterra e che sta dilagando in tutto l’Occidente.
L’esaltazione dell’individualismo è evidente anche nella scelta di una struttura narrativa che assegna una centralità esclusiva al protagonista: nei romanzi di Defoe i personaggi secondari sono pochi e rivestono ruoli sempre marginali.
Il capitalismo del Settecento è attento a presentarsi con tratti positivi, auspicando anche il mantenimento dei valori dell’Illuminismo, quali ad esempio, la libertà e la tolleranza. Per salvaguardare questi valori Defoe sceglie i suoi personaggi tra gli esponenti degli strati più bassi della borghesia (come Robinson) o della società (come Moll), perché per il lettore è più facile identificarsi con personaggi che incarnano persone comuni, che utilizzano un linguaggio semplice e parlano e raccontano di sé in prima persona.
La scrittura di Defoe riesce ad essere nello stesso tempo semplice (dal punto di vista lessicale e sintattico) ed estremamente attenta ai particolari descrittivi, giungendo a “far vedere” al lettore come e dove si muove il protagonista del romanzo.
DEFOE
Daniel Defoe nacque a Londra nel 1660 da una famiglia di mercanti e fu educato in una scuola di Battisti una setta religiosa protestante che affermava il principio della interpretazione individuale dei testi. Terminati gli studi tentò diverse speculazioni commerciali finchè nel 1662 fece bancarotta: riuscì, tuttavia, a sottrarsi a debitori e tribunali grazie a spregiudicati intrighi. Si diede poi alla carriera politica sostenendo il re Guglielmo d’Orange. In seguito alla morte del re l’odio degli avversari politici gli costò la gogna e il carcere. Scarcerato nel 1704 fondò The rewiew un periodico da lui interamente redatto in cui rivelò eccezionali doti giornalistiche, inventando un modo di scrivere che sarà proprio del giornalismo moderno (si tenga presente che i primi decenni del ‘700 conobbero una grande diffusione di gazzette e, giornali e riviste, motivata dall’aumento dei lettori abituali). Intanto rientrò al servizio del governo, per il quale svolse avventurose missioni segrete. Le esigenze di guadagno lo portarono a dare alle stampe nel 1719, senza neanche correggerlo il romanzo Robinson Crusoe ( titolo originale: The life and strange surprising adventures of Robinson Crusoe, of New York, mariner). Il successo fu straordinario tanto che l’autore decise di dedicarsi con maggior impegno alla attività letteraria ( Memorie di un cavaliere, Il capitano Singleton, Moll Flanders, Lady Roxana).
Terminata la stagione dei romanzi, Defoe si dedicò ad articoli e libri dei più diversi argomenti: morale, commercio, guide turistiche, trattati di occultismo, ma non riuscì mai a garantirsi una certa stabilità economica: morì a Londra nel 1731 mentre stava per essere travolto dai debiti.
IL ROBINSON CRUSOE come prototipo del romanzo borghese
Defoe incarnò le esigenze della media borghesia che , in Inghilterra aveva conquistato posizioni di potere ed era alla ricerca di una precisa identità ideologica e culturale, fondata sulla concretezza e sul realismo, su quei valori, insomma, che l’Illuminismo contemporaneo contribuiva a sostenere e diffondere.
Defoe utilizza la forma del romanzo che concepisce come narrazione pseudodocumentaria, cioè come racconto di fatti che si finge siano realmente accaduti; i suoi grandi romanzi sono infatti autobiografie narrate in prima persona da personaggi non veri, ma certamente verosimili. La scrittura è piana e lineare, ricca di particolari precisi, che permettono al lettore di identificarsi col protagonista. Quello di Defoe è un romanzo di formazione , cioè un romanzo in cui il protagonista segue un processo di crescita e maturazione attraverso una serie di peripezie . In esso si narra, infatti, La storia di un percorso esemplare: un uomo che si trova in una situazione disperata , cerca con ogni mezzo di sopravvivere e migliorare tale condizione , utilizzando trasformando le risorse di cui può disporre. In Inghilterra il Robinson Crusoe divenne “la Bibbia” e “l’Odissea” dei ragazzi inglesi e nacque quello che è stato definito da molti critici il mito di Robinson, un fenomeno destinato ad interessare filosofi, economisti e politici: da Rosseau a Joyce, a Pavese, da Kant a Marx. E’ facile individuare il segreto di tale successo: il protagonista non è un eroe d’eccezoione, ma un uomo medio che il caso ha posto in una condizione limite, nella quale egli riesce a far valere le sue capacità e il suo ingegno. Robinson rappresenta l’uomo che si fa da sé e diventa emblema della classe borghese inglese , che in questo romanzo si vedeva moralmente legittimata. Nel Robinson, inoltre si vide proiettata la vera anima inglese, quella del colonizzatore che dal proprio coraggio e dalla propria ingegnosità acquisisce il diritto alla conquista di altre terre e all’assoggettamento di altre razze (vedi la figura del “selvaggio” Venerdì)
Moll Flanders (1721) ha anch’esso come protagonista una figura della nuova etica individualista borghese, del tutto priva di condizionamenti morali. Eppure il lettore è indotto a schierarsi con lei , donna caparbia che grazie alla sua vitalità e grande forza di volontà riesce ad emergere dal fango , a superare le dure prove della vita e a non perdere mai la sua dignità. Il segreto di Moll sta nella sua convinzione di essere una donna coraggiosa pronta a lottare contro le avversità del destino e questo la rende sempre certa di “essere nel giusto”. E’ proprio la sua condizione di emarginata (Moll è una prostituta) ed esclusa dalla società che le permette di gettare uno sguardo lucido e spregiudicato sulla realtà che la circonda, evidenziando, di volta in volta aspetti positivi e negativi.
Lady Roxana (1724) è la storia di un’avventuriera che riesce a far fortuna e ad ascendere i gradini più alti della società , ma al prezzo di un progressivo degrado morale.
VOLTAIRE : IL CANDIDO tra racconto filosofico e romanzo di formazione
Nel Settecento si impone la forma espressiva dell’ironia. Un discorso è ironico quando ha un significato contrario a ciò che afferma alla lettera, quando finge ignoranza, ma nello stesso tempo si pone alla ricerca della verità. Nel secolo dei Lumi i generi letterari sono stati attraversati da questa forma di dissimulazione sarcastica e umoristica del pensiero: filosofi, poeti, scrittori, se ne sono ampiamente serviti per affermare le nuove idee e per demolire, attraverso il riso, tutto ciò che veniva considerato sintomo di arretratezza, perché ridere di qualcosa, vuol dire inevitabilmente sminuirla, toglierle credibilità. Se si applica la figura retorica dell’ironia, il testo arriva a significare esattamente il contrario di quello che dice , ma deve farlo in modo convincente, ricercando un equilibrio tra fantasia romanzesca e argomenti “seri”, sviluppando fino all’assurdo o al paradossale le ipotesi filosofiche di partenza, attuando, con uno stile linguistico piano e capibile, la tecnica del rovesciamento.
Una delle opere narrative del ‘700 in cui tali modalità sono meglio esemplificate è Candido ovvero l’ottimismo di Voltaire (1694 – 1778), un autore che lottò tutta la vita per affermare le idee illuministiche e che lo fece in modo giocoso, mirando innanzi tutto al divertimento intelligente del lettore.
Il principio del piacere al quale Voltaire fu sempre fedele, anche nelle opere di carattere politico o filosofico, è particolarmente evidente nel Candido. Il testo viene normalmente considerato un conte philosophique (racconto filosofico), genere particolarmente caro agli illuministi. Nel Candido si intravede lo spirito vivace ed arguto ricco di intelligenza e senso dell’umorismo che animava i salotti aristocratici ed intellettuali parigini, ma vi sono anche moltissime e complesse tematiche che vi si intrecciano. Se ad una prima lettura il testo appare semplice , chiaro ed evidente, esso in realtà offre svariate interpretazioni , rivelandosi anche un tipico romanzo di formazione : il rapido susseguirsi di avventure e peripezie non è solo finalizzato ad esprimere in modo canzonatorio e paradossale le idee dell’autore, ma è anche il modo in cui si determina la crescita e la maturazione intellettuale del protagonista.
Il tema portante del Candido è la satira contro qualsiasi certezza metafisica: secondo Voltaire ogni volta che la ragione umana pretende di indagare i fondamenti ultimi della realtà , le verità assolute ed eterne , non disponendo né di dati concreti, né di possibilità di verifica , finisce inevitabilmente col postulare una serie di dogmi che non hanno alcun valore dal punto di vista conoscitivo , ma che generano, sul piano pratico, il fanatismo e l’intolleranza.
In particolare la polemica di Voltaire si indirizza contro le tesi del filosofo e matematico tedesco Leibniz, che sosteneva, a proposito della presenza del male nell’universo, che il nostro è comunque il migliore dei modi possibili, in quanto Dio, tra tutti i mondi possibili ha certamente scelto quello in cui la presenza del male fosse minore. Voltaire ha buon gioco nel ridicolizzare questa inverificabile ipotesi mettendola in bocca a Pangloss ,l’istitutore che continua ciecamente a ripeterla anche in presenza delle più gravi sciagure (come il terremoto di Lisbona del 1755 che fece 20.000 morti o la Guerra dei sette anni, avviata da Federico II di Prussica nel 1756). L’ottimismo di leibniz, secondo Voltaire, non ha nessun senso logico: il male, l’irrazionalità esistono e hanno nell’universo un peso soverchiante e nessuna ragione umana può spiegarne o giustificarne la presenza. Il mondo è atroce e pazzescoe l’ottimismo metafisico va respinto , ma questo non vuol dire che ci si debba abbandonare ad un pessimismo senza speranza. . Non bisogna dimenticare, infatti che l’uomo dispone della ragione grazie alla quale è possibile costruire una società in cui prevalgano idee di giustizia e di progresso ed è dunque possibile trasformare noi stessi e la realtà che ci circonda ( universo più limitato rispetto a quello dei metafisici, ma più reale e sperimentabile) in modo tale da poter creare un paradiso terrestre dove siamo.
STERNE: Il Viaggio sentimentale e il romanzo umoristico
Nelle opere dello scrittore inglese Laurence Sterne (Irlanda 1713 – 1768), lo spirito critico e dissacrante dell’Illuminismo assume la forma dell’umorismo. Nel suo primo romanzo Tristram Shandy , la peripezia non è più l’ingrediente principale della narrazione. L’autore approfitta di ogni occasione per introdurre riflessioni, aneddoti, stranezze varie (es. alcune pagine sono completamente bianche o marmorizzate, un capitolo è formato da una sola parola stampata a lettere sempre più grandi…): In questo modo la narrazione si svincola dalla sequenza cronologica , perde la sua centralità a vantaggio di altri particolari , personaggi e storie apparentemente secondari. . I punti di vista dei vari protagonisti si intersecano e si scontrano con effetti umoristici senza che nessuno prevalga sull’altro. Manca una precisa gerarchia tra i personaggi e le varie storie ed entra in crisi qualsiasi pretesa sistematica e generalizzante.
Questa novità rende Sterne uno dei più grandi precursori della narrativa del ‘900 (a lui guarderanno autori come Joyce, Musil, Proust, Pirandello e Svevo).
Anche nel secondo romanzo Viaggio sentimentale attraverso la Francia e l’Italia (1768), l’autore si propone intenti umoristici scrivendo quasi una parodia dei numerosi resoconti di viaggio in voga nel Settecento. Il libro riprende una materia in gran parte autobiografica , derivante dal viaggio che l’autore fece in Italia e in Francia tra il 1765 e il 1766, ma l’io narrante è un personaggio di nome Yorick, come il buffone dell’Amleto di Shakespeare. A differenza dei resoconti di viaggio tradizionali, però non troviamo descrizioni di monumenti o città , né riflessioni dotte , bensì aneddoti minori e divertenti, nei quali l’autore sembra cogliere , con sorridente leggerezza, quella realtà viva, semplice, quotidiana, che spesso resta esclusa nelle opere di più vasta ambizione. Il Viaggio sentimentale fu tradotto in Italia da Foscolo nel 1813.
SWIFT: I viaggi di Gulliver dall’ironia alla satira
Lo scrittore inglese Jonathan Swift (Irlanda 1667 – 1745) è uno dei maggiori scrittori satirici di tutti i tempi. Nei Viaggi di Gulliver (1726) nulla sfugge alla sua satira corrosiva: la scienza, la storia , la politica, il mondo dei sentimenti privati. Il libro può essere considerato una parabola tesa a mostrare la vanità di tutte le cose umane e , sotto questo aspetto, esso si inserisce nella tradizione dei sermoni religiosi. Si tratta tuttavia di una parabola ribaltata, che procede in senso inverso rispetto, ad esempio, alla Divina Commedia. Se nell’opera di Dante si va dal cupo abisso dell’Inferno, attraverso la purificazione del Purgatorio alla pace del Paradiso, in Swift, al contrario, si passa dalle buffe vicende del paese dei Lillipuziani , a quelle grottesche del paese dei giganti e ,attraverso un’esauriente rassegna delle stoltezze umane nell’isola di Laputa, si arriva alla disperazione delle ultime parti dedicate agli infelici immortali e ai bestiali Yahoo.
La razza umana appare così condannata alla malvagità, alla impurità e alla corruzione e se ciò accade per volontà di dio, non si tratta di un Dio – Padre, ma di un Dio la cui volontà è la disperazione degli uomini.
In una breve poesia di Swift, sul giorno del Giudizio, Dio esclama: “La pazza faccenda del mondo è finita,/ e io non me la prenderò più per queste ridicole assurdità:/ Io, con la mia intelligenza, mettermi a tu per tu con questi testoni? / Ma io li mando all’Inferno questi sciocchi – Andate, andate, eccovi serviti”.