Eugenio Montale
● Nasce a Genova nel 1896
● Trascorre le estati della giovinezza nella casa di famiglia a Monterosso, nelle Cinque Terre: è il mondo marino che compare in “Ossi di seppia”
● Studia ragioneria, canto e musica, sue grandi passioni
● Si arruola nel 1917 per partecipare alla Prima guerra mondiale e torna a Genova nel 1920
● Frequenta artisti e letterati e inizia a scrivere articoli di letteratura; pubblica le sue prime poesie sulla rivista “Primo tempo”
● 1925:
1. firma il Manifesto degli intellettuali antifascisti;
2. esce la sua prima raccolta, “Ossi di seppia”
● 1927, si trasferisce a Firenze dove dirige il Gabinetto Vieusseux, ma viene licenziato nel 1938 perché non era iscritto al partito fascista; lavora come traduttore
● Trascorre gli anni della seconda guerra Mondiale a Genova, continua a scrivere e nel 1945 si iscrive al Partito d'Azione, che ha orientamento antifascista, laico e repubblicano
● A Milano scrive per il “Corriere della sera” e continua l'attività di poeta
● 1967, nominato senatore a vita
● 1975, Nobel per la letteratura
● Muore a Milano nel 1981
La poetica
● 3 stagioni nella sua poesia:
– 1. stagione ligure (con “Ossi di seppia”): paesaggio marino delle Cinque Terre; “male di vivere” tema principale
– 2. stagione fiorentina (con “Le occasioni” e “La bufera e altro”): a Firenze conosce l'Ermetismo; temi fondamentali sono la memoria e la “bufera” della guerra
– 3. stagione milanese (con “Satura”): a Milano lavora come giornalista; scrive nella nuova società di massa e dei consumi;
● Un tema fondamentale in Montale è quello del “male di vivere”: – Non abbandona mai la convinzione della negatività e aridità della vita – Questa negatività è il “male di vivere” che si esprime nella crisi dell'io e della società – Nelle sue poesie non intende abbellire la realtà e nascondere la negatività, ma vuole invece descriverla come un testimone della crisi – La visione negativa che ha dell'esistenza viene espressa con una poetica “scabra ed essenziale”
● In questa negatività, Montale cerca l'essenzialità della vita: – Ritrae la vita autentica – Usa un linguaggio nuovo, diverso da quello di D'Annunzio – Sceglie oggetti poetici umili – Non esibisce i sentimenti, ma usa oggetti che rappresentano questi sentimenti (tecnica del “correlativo oggettivo”), ma rischia di rendere oscura la comprensione
Lo stile di Montale:
– Inizialmente (in “Ossi di seppia”):
● Sceglie temi umili e oggetti comuni per le sue poesie, ad es. in “Ossi di seppia” (es. limoni, ossi di seppia, ecc.)
● fa delle scelte stilistiche antiretoriche: rifiuta la poesia di D'Annunzio, allora ancora di moda, e usa un linguaggio comune, parole anche dialettali, soprattutto quando ritrae l'ambiente ligure
- In seguito (in “Le occasioni” e “La bufera e altro”):
● usa degli oggetti per comunicare emozioni, sentimenti e stati d'animo → è la tecnica del “correlativo oggettivo”
● Correlativo oggettivo → i versi presentano situazioni, persone, eventi che evocano un certo sentimento; il poeta lo evoca in modo allusivo, usando un oggetto che ne è l'equivalente simbolico; spesso è di difficile interpretazione
- Nell'ultima fase della sua vita rivoluziona il proprio modo di scrivere (in “Satura”):
● Abbandona i toni “alti” e usa un linguaggio più basso, a volte comico
● Denigra i poeti, che nella nuova società dei consumi e dei mass media non hanno più un ruolo, e denuncia la morte dell'arte in un mondo alienato e massificato
Raccolte poetiche
● “Ossi di seppia” (1925)
● “Le occasioni” (1939)
● “La bufera e altro” (1956)
● “Satura” (1971)
● + raccolte di testi in prosa e articoli giornalistici
“Ossi di seppia”
● 1925
● Rottura con la tradizione poetica aristocratica, difficile e lontana dalla parole e dalle cose della gente comune
● “sforzo verso la semplicità e la chiarezza, a costo di sembrar poveri”: la poesia deve rappresentare la realtà così come è, deve distanziarsi dalla poesia di Pascoli e dei simbolisti o di D'Annunzio
● Se la poesia rappresenta la realtà, non può che rappresentare la negatività del mondo: non deve fingere una realtà diversa da quella in cui siamo (non come cerca di fare la propaganda fascista)
● L'opera è ambientata nel paesaggio ligure, dove spiccano le cose umili della vita quotidiana (ad es. le piante di limoni, diverse dalle piante dai nomi poco usati della poesia “alta”)
● Gli stessi “ossi di seppia” sono detriti di animali e danno un'idea di asprezza, di negatività
● Contrapposizione mare/terra: – Il mare è un simbolo positivo, è vasto e immutabile, dà un'idea di fuga e di infinito – La terra è un simbolo negativo, è rappresentata soprattutto nelle prime ore del pomeriggio; aspra e riarsa, è il simbolo del “male di vivere”
● Non bisogna però rassegnarsi al negativo: può cercare un “varco” nella “muraglia” che imprigiona l'uomo che è la vita, una via di fuga → fuggire non è però possibile e il muro che circonda l'uomo è invalicabile → visione estremamente negativa della realtà.
● La rappresentazione della realtà non è però realismo → Montale usa oggetti quotidiani in chiave simbolica per esprimere altro, ad es. ricordi, emozioni o idee → realismo + simbolismo – Il realismo è dato dalla prosa – Il simbolismo è dato dalla poesia – Nelle poesie di “Ossi di seppia” convivono prosa e poesia
“Le occasioni”
● 1939
● Cambia linguaggio e contenuti rispetto a “Ossi di seppia”, si avvicina all'Ermetismo
● Introduce qui la tecnica del “correlativo oggettivo” per rappresentare sentimenti ed emozioni attraverso degli oggetti → essi sono “equivalenti di stati d'animo”
● Temi: – Vita interiore, io soggettivo protagonista della raccolta – Ricordi ed esperienze personali, ma è difficile ricordare perché il tempo distrugge ogni cosa, inclusi i ricordi: è quindi impossibile riappropriarsi del passato
– Figure femminili: è una novità rispetto a “Ossi di seppia”; il poeta si rivolge a diverse di loro chiamandole con pseudonimi (es. Clizia o Arletta): in una realtà negativa, esse sono creature idealizzate a cui il poeta dà un ruolo salvifico, alla maniera di Dante e degli stilnovisti: Clizia, ad esempio, viene ritratta come una donna-angelo che non salva solo il poeta ma l'intera umanità
“La bufera e altro”
● 1956
● Il titolo evidenzia la recente tragedia della guerra, la “bufera” che ha sconvolto il mondo
● Nella tragedia, il poeta continua a sperare che la sua ispiratrice, Clizia, possa salvare sia lui che l'umanità dalla “bufera”, anche se è travolta anch'essa dal dramma della guerra (era una giovane ebrea americana)
“Satura”
● 1971, raccolta della svolta
● Argomenti tratti dalla routine quotidiana: eventi privati, cronaca, ecc.
● Società di massa e dei mass media, mondo in cui il poeta non ha più un ruolo e un'utilità
● Per adeguarsi a questa realtà usa un linguaggio basso, quasi comico, stile satirico e ironia
● È importante la sezione “Xenia” dedicata alla moglie Drusilla, detta “Mosca”, morta da poco
● “poesia al 5%”
Poesie da fare:
– Meriggiare pallido e assorto
– Spesso il male di vivere ho incontrato
– Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
– Non chiederci la parola
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